Aggressione al bimbo ebreo, Ruth Dureghello: «Pagina triste e intollerabile, ma c'è una società che sa reagire»

La condanna del presidente della Comunità ebraica di Roma. Domani sarà la Giornata della Memoria

Aggressione al bimbo ebreo, Ruth Dureghello: «Pagina triste e intollerabile, ma c'è una società che sa reagire»

di Niccolò Dainelli

L'aggressione al bambino ebreo di 12 anni ha fatto scalpore. «Sei un ebreo di me**a… devi morire in un forno». Poi botte, sputi e altre offese e parole tremende. Questo è quanto accaduto a un bambino di 12 anni, ebreo, di Venturina Terme, in provincia di Livorno. E la cosa più scioccante e disarmante è che le autrici del gesto sarebbero due ragazzine di 15 anni, con cui la vittima si sarebbe ritrovato nel pomeriggio di domenica 23 gennaio al Parco Altobelli. A pochi giorni dalla Giornata della Memoria la denuncia partita da parte del padre della vittima, ha fatto il giro d'Italia e la Comunità ebraica di Roma, una delle più storiche e numerose d'Italia, ha commentato la vicenda con la sua presidente, Ruth Dureghello.

Picchiato a 12 anni perché ebreo da due ragazzine di 15. «Ti mettiamo nel forno»

Come giudica quanto accaduto a Livorno?

«É un episodio gravissimo e da condannare. Di intolleranza, antisemitismo e di violenza nei confronti di un bambino che non ha nessuna colpa, salvo il fatto di essere ebreo. É una pagina triste e terribile».

L’antisemitismo sta aumentando?


«Di episodi ce ne sono stati tanti, negli ultimi anni, e purtroppo si ripropongono, ormai con una cadenza molto frequente, statistiche e denunce lo testimoniano. Ma non vorrei mai che quest’episodio, per quanto intollerabile e da perseguire, oscurasse un mondo fatto di società civile, scuola, educazione e istituzioni che attorno al Giorno della Memoria continuano a profondere una grande energia nella continuità di quello che questo giorno vuole significare. Cioè la riflessione corale su ciò che è stata la tragedia della Shoah, nella sua unicità e nella sua gravità».

Un'opportunità dunque...

«Esatto. È un episodio gravissimo che però dobbiamo cogliere nella direzione giusta. Quella dell’impegno ancora maggiore ad un’educazione e conoscenza del passato per affrontare le fragilità, le difficoltà e il pregiudizio antisemita che purtroppo pervade ancora la nostra società».

A proposito di impegno della Giornata della Memoria, cosa farà la Comunità ebraica di Roma il 27 gennaio?

«Le iniziative saranno tantissime. Attività educative e di conoscenza. Noi abbiamo definito un focus, per quest’anno, su un’iniziativa dedicata proprio alla Resistenza durante la Shoah. Non vogliamo che la narrazione della Shoah sia soltanto ad uso e appannaggio di chi ancora identifica il mondo ebraico come succube, inerme e da sopraffare. Non ci siamo sottratti di prendere le armi in mano e combattere. Perché anche nella narrazione di questa tragedia, troppo spesso, in una forma di antisemitismo ancor più perversa, appare l’immagine dell’ebreo vittima».

Anche questa è una forma di antisemitismo?

«Sì. Uno stereotipo che indebolisce la responsabilità dei carnefici. Noi vogliamo sottolineare quanto, invece, la società ebraica si sia resa protagonista di una resistenza personale che ha contribuito alla Liberazione. Al convegno organizzato per giovedì 27 gennaio parleremo di quella resistenza testimoniata nel ghetto di Varsavia, nel campo di sterminio di Sobibor, dei Sonderkommando. Ma anche dei tanti protagonisti della lotta partigiana romana: come i fratelli Elfer, Lello Perugia e il giovane Cesana».

Da un giovane ai giovani... cosa ne pensa del ringraziamento degli studenti delle scuole ebraiche a Mattarella?

«Sono commossa e fiera del gesto degli studenti. Ma ancor di più sono grata al presidente Mattarella.

Vedere una vicinanza così forte e il senso di riconoscenza nei confronti di un presidente della Repubblica, tanto da individuarlo come punto di riferimento ed esser grati per il suo operato è emozionante».

Cosa sono per lei quegli striscioni?

«È la consapevolezza dei cittadini del domani che ci dà speranza e forza, ma anche un gesto che mette in luce l’opera che il presidente ha svolto e per i valori che è stato capace di trasmettere. Valori riconosciuti e riconoscibili anche a studenti del liceo, che non si sono limitati al contrasto dell’antisemitismo, ma che sono andati a colpire il cuore e le coscienze di questi ragazzi».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Gennaio 2022, 09:36
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