Cucovaz era molto noto nel savonese: giovanissimo, aveva fatto parte della scorta del giudice Falcone ed era scampato alla strage di Capaci perché la mattina del 23 maggio 1992 era smontato alle 7 dal servizio in tribunale e non era di scorta come in precedenza previsto. Dopo le stragi, era stato trasferito più volte sempre nel nucleo scorte, a Bergamo e poi a Venezia. La protezione era la sua specialità: era stato addestrato alla scuola di polizia giudiziaria, amministrativa e investigativa (Pol.g.a.i.) di Brescia al reparto scorte, si era specializzato in guida veloce, karate, judo, tiro al bersaglio e aveva seguito un addestramento specifico alla protezione delle persone. Nel 1983, all'età di 22 anni, era stato destinato a Palermo in servizio effettivo ed era stato inserito nella effettiva protezione dei magistrati Falcone e Borsellino.
Successivamente è stato trasferito in Lombardia al nucleo scorte durante i processi alle Brigate rosse, ha partecipato alla protezione personale durante alcuni summit di capi di Stato che si sono tenuti in Veneto e, infine, aveva fatto la scorta all'allora presidente di Confindustria Pininfarina quando questo si recava nella sua tenuta di Garlenda, vicino a Albenga.
Ma il tempo passava e Cucovaz non dimenticava chi era stato e come il caso l'avesse fatto scampare alla strage. Tutto questo, sommato alla solitudine e in seguito al suicidio di un poliziotto che considerava uno dei suoi più cari amici, l'aveva fatto cadere in una profonda depressione. Viveva solo e sempre più depresso, un combinato disposto che può portare alla disperazione. Forse, è l' ipotesi, ieri sera ha bevuto e poi si è messo a letto. Si è addormentato, probabilmente fumando una sigaretta. La combustione del materasso avrebbe generato un fumo venefico che l'ha ucciso.
Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Gennaio 2019, 22:15
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