Adinolfi: «In Italia non c'è omofobia, oggi gli obesi sono più emarginati dei gay»

Adinolfi: «In Italia non c'è omofobia, oggi gli obesi sono più emarginati dei gay»
«Nelle scuole d'Italia non c'è omofobia. I ragazzi e ragazze omosessuali non vengono discriminati, oggi la discriminazione è cambiata e riguarda i canoni estetici». Così Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, ha commentato la notizia di un questionario sull'omofobia, elaborato dall'università di Perugia e che sarà sottoposto agli studenti delle scuole superiori in Umbria. Adinolfi, intervistato da Radio Cusano Campus, ha infatti spiegato: «La discriminazione oggi riguarda i canoni estetici: è discriminato un disabile, una persona di colore, un obeso. Le cose, oggi, sono molto cambiate. Un adolescente omosessuale non è discriminato, uno che pesa 100 kg invece sì».

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Il blogger e leader politico, come riporta anche TPI, ha poi aggiunto: «Non penso che sia la scuola il territorio in cui mi devo dichiarare a 14 anni omosessuale. Per me si tratta di un contesto improprio. Queste sono tematiche molto importanti e attengono alla famiglia. Ho tre figlie, credo di sapere, bene o male, quello che accade nei licei. Non sono un talebano e ritengo si faccia bene a ragionare sulle discriminazioni anche a scuola, ma in Italia non c'è un'omofobia diffusa».

Mario Adinolfi ha poi criticato duramente il test: «A me preoccupa che attraverso il binario della discriminazione si voglia fare teoria gender nelle scuole, ovvero approcci ad una sessualità liquida. Io dico: ‘Follow the money’, i corsi di questo genere vengono pagati lautamente alle associazioni che li fanno, sono fiumi di denaro».

Il blogger e leader politico cattolico ha poi commentato la strage di Corinaldo, invitando tutti a non accanirsi solo nei confronti di Sfera Ebbasta: «Una tragedia nata dalle tre mele avvelenate che stanno devastando la generazione dei nostri figli: bulimia da denaro, alcol e droga. C’è questa abitudine di fare 3 dj set prima del concerto, per guadagnare il più possibile. In quelle 3-4 ore di attesa del concerto ti ubriachi, ti sballi e ti droghi perché in quei locali scorrono fiumi di pasticche. Queste sono le cose su cui dobbiamo interrogarci, non i testi di Sfera Ebbasta. Dopo la strage di Corinaldo hanno chiuso 30 locali a Roma, perché dopo e non prima?».
Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Dicembre 2018, 15:45
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