Abusi sui seminaristi: mandato di arresto internazionale per il vescovo Zanchetta

Abusi sui seminaristi: mandato di arresto internazionale per il vescovo Zanchetta
Mandato di cattura internazionale della magistratura argentina nei confronti del vescovo di Oran, monsignor Gustavo Zanchetta, accusato di abusi sessuali continuati, con l'aggravante di essere un religioso, nei confronti di due seminaristi. Lo hanno reso noto fonti della Procura di Salta. Zanchetta è considerato vicino a Papa Francesco, che nel 2017 lo aveva nominato consigliere di Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica.

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Lo stesso Pontefice nel maggio scorso aveva dato luce verde al processo canonico nei confronti del monsignore che, se trovato colpevole, dovrà lasciare l'abito talare. La Procura ha emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti di Zanchetta dopo che il vescovo non ha risposto a ripetute telefonate e email - al numero ed all'indirizzo da lui forniti in agosto - per notificargli gli atto processuali e dopo aver spostato il suo domicilio in Vaticano. Secondo alcune fonti citate dal quotidiano «Clarin», il monsignore potrebbe trovarsi a Roma. 

Zanchetta era stato denunciato il 6 febbraio scorso da un giovane che aveva rivelato di essere stato vittima di «episodi a sfondo sessuale» da parte di colui che «esercita le funzioni di vescovo della diocesi di Oran» a partire dal 20177 all'interno del seminario Juan XXIII. Qualche giorno dopo un secondo seminarista lo aveva denunciato per abusi e condotta inappropriata, all'interno della canonica San Antonio, nello stesso seminario. La procura di Salta sta indagando inoltre il vescovo anche per «abuso di potere e cattiva gestione dei fondi» del vescovado.

PORTAVOCE ZANCHETTA: «HA SEMPRE COLLABORATO CON LA GIUSTIZIA»
Monsignor Gustavo Zanchetta «ha sempre collaborato con la giustizia» e non si capisce perché il pm che istruisce il caso lo consideri «irreperibile». Lo ha reso noto il rappresentante canonico e portavoce del religioso argentino, Javier Belda Iniesta. In una nota, il portavoce sostiene che, riguardo all'ordine di cattura internazionale, «si tratterebbe in ogni caso di una richiesta del pm e in nessun caso di un ordine già spiccato dall'autorità giudiziaria competente». Inoltre, circa la presunta «mancata volontà di collaborare all'istruzione della causa», Belda Iniesta sottolinea che «nonostante l'interessato non abbia ricevuto alcuna notifica presso il suo domicilio in Argentina, egli si considera comunque 'avvisato' da una email da lui effettivamente ricevuta». Il portavoce insiste poi che Zanchetta «ha sempre collaborato con la giustizia», tanto è vero che il giudice 'di garanzia' che il 23 agosto scorso gli ha concesso il diritto di lasciare l'Argentina, ha sottolineato che il religioso «ha prestato una costante collaborazione con la giustizia». Infine Belda Iniesta manifesta «sorpresa» per la pubblicazione nel sito web della Procura di Salta di parte degli atti dell'inchiesta, «inclusi quelli relativi ad ambiti privati», senza «la verifica di un contraddittorio». Zanchetta, conclude la nota, «è il primo interessato a che si accerti tutta la verità affinché ciò possa restituire dignità al suo nome e alla sua fama». Per questo, «continuerà a collaborare con la giustizia, come ha fatto finora». 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Novembre 2019, 21:35
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