Abusi sui minori, Save the Children: «I rischi principali sul web, ma anche in scuole, oratori e strutture sportive»

Abusi sui minori, Save the Children: «I rischi principali sul web, ma anche in scuole, oratori e strutture sportive»
Il web continua ad essere il luogo più pericoloso, ma non vanno sottovalutati quegli ambienti in cui si ritiene che i bambini siano al sicuro. È quanto emerge da un rapporto pubblicato da Save the Children sul rischio di subire comportamenti inappropriati, maltrattamenti e abusi da parte degli adulti.

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Nell'indagine diffusa dall'associazione umanitaria, si evidenziano le probabilità di rischio in base ai luoghi frequentati. La scuola, gli oratori o parrocchie, e le strutture sportive sono i luoghi più pericolosi per un adulto su 4 e per un minore su 5. Minacce concrete alle quali i minori sono esposti soprattutto in Internet, considerato un luogo a rischio per circa 8 adulti e 7 ragazzi su 10. In un caso o nell’altro, tra i pericoli principali per i bambini la possibilità che vengano loro imposti rapporti fisici indesiderati (per il 50% sia degli adulti che dei ragazzi) o che vengano compiuti una serie di illeciti attraverso internet, tra cui la richiesta di inviare immagini intime in cambio di regali (secondo la metà dei ragazzi e 6 adulti su 10) o di diffonderle senza il consenso dell’interessato (60% degli adulti e la metà dei ragazzi).

Sono solo alcune delle evidenze di un’inedita indagine 'Minori e percezione dei rischi' realizzata da Ipsos per Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, di cui si discuterà oggi al Senato, a partire dalle ore 11:45 presso la Sala Caduti di Nassyria, in occasione della presentazione di un Manifesto in 10 punti, intitolato '10 in condotta!', promosso da Save the Children per favorire nel nostro Paese l’adozione da parte di tutte le realtà che operano con i minorenni di un sistema di tutela, a partire da una Child Safeguarding Policy, che promuova un modello organizzativo di prevenzione e gestione di comportamenti scorretti da parte degli adulti di riferimento, afferenti all’Organizzazione o esterni.

“Troppo spesso le cronache ci consegnano casi di abuso e maltrattamento ai danni dei minori, anche molto piccoli, consumati nei luoghi che dovrebbero essere per loro sempre i più sicuri. Come la scuola, l’asilo nido, l’associazione o il centro sportivo. Ancora più doloroso il fatto che questi abusi siano compiuti dalle figure adulte di riferimento, educatori, insegnanti, allenatori sportivi, violando un patto di fiducia essenziale per la crescita, con conseguenze che possono essere molto gravi e durature nel tempo. Non possiamo occuparcene solo quando questi casi esplodono in tutta la loro gravità. L’adozione di un sistema di tutela – regole di comportamento, chiare procedure di segnalazione, individuazione delle figure responsabili – per prevenire abusi e maltrattamenti ai danni di minori dovrebbe essere un requisito essenziale per tutti i servizi, educativi e ricreativi rivolti ai minori” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Dai dati dell’indagine Ipsos per l’Organizzazione, che oltre a sondare l’opinione di adulti e ragazzi a livello nazionale realizza un focus specifico su 8 regioni italiane, emerge invece che a un aumento della consapevolezza dei rischi non corrisponde ancora la messa in campo di misure in grado di proteggere concretamente i minori nei luoghi che normalmente frequentano.
Più di 1 genitore su 4 in Italia afferma infatti che in palestra o in altri centri ricreativi i propri figli non abbiano mai ricevuto informazioni su cosa fare in caso di maltrattamenti, abusi o condotte inappropriate, e, rispetto alla scuola, 1 genitore su 3 e 1 ragazzo su 5 sono convinti che anche lì non esistano regole chiare per tutelare i minori.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Febbraio 2020, 21:52
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