Costrette ad abortire in Campania: irruzione nella clinica degli orrori. ​ll macabro tariffario: 2500 euro per le gravidanze al quinto mese

Costrette ad abortire in Campania: irruzione nella clinica degli orrori. ll macabro tariffario: 2500 euro per le gravidanze al quinto mese

di Mary Liguori
Orrore che poteva essere evitato se solo fosse stato identificato già un anno fa quel nigeriano che i suoi connazionali chiamano «doctor». Orrore che invece ha continuato a scandire la vita e la morte dentro un bugigattolo trasformato in ambulatorio dove, contro la loro volontà, decine di vittime della tratta sono state costrette ad abortire dopo essere state obbligate ad avere rapporti non protetti con clienti lungo la Domitiana.

Il gip di Santa Maria Capua Vetere ha confermato il fermo per Friday Ewunoragbon, nigeriano con regolare permesso di soggiorno accusato di essere il medico abortista al servizio della mafia nigeriana che resterà in carcere, emergono particolari inquietanti sulla «clinica» abusiva che gestiva in via Buonarroti a San Cipriano d’Aversa. La prima irruzione della polizia dentro l’ambulatorio risale infatti a un anno fa. All’interno dei locali fu ritrovato un feto. La macabra scoperta portò ad approfondimenti d’indagine che, solo grazie allo sprint impresso dalla procura diretta da Maria Antonietta Troncone ha chiuso il cerchio intorno al «doctor» e messo la parola fine alle attività dell’ambulatorio abusivo.

Il dispositivo di fermo spiccato dal pm Mariangela Condello è stato eseguito dai carabinieri di Castel Volturno con tempestività perché dalle intercettazioni raccolte nel corso dell’ultimo mese è emerso uno spaccato inquietante sulle attività che «doctor» gestiva nell’ambulatorio di San Cipriano. D’altronde, quando i carabinieri sono arrivati in via Buonarroti, rinchiuse dentro il tugurio degli orrori c’erano due ragazze terrorizzate che da poco avevano subito, contro la loro volontà, pratiche approssimative finalizzate all’aborto. Una delle due, purtroppo, aveva già perso il bambino, mentre l’altro feto era ancora in vita. Le due ragazze sono state immediatamente soccorse e trasferite in ospedale. 

Entrambe hanno riferito di essere state costrette dalle «madame», le donne che le tengono in schiavitù e le obbligano a prostituirsi, a «disfarsi del bambino». Il motivo di un simile ordine è intrinseco nel rapporto che c’è tra le «mami» e le ragazze. Le prime, dirette referenti della mafia nigeriana, sono le carceriere delle giovani che arrivano in Italia con la speranza di una vita migliore ma si ritrovano poi obbligate a vendere il proprio corpo per strada. Violenza, stupri punitivi, torture psicologiche attraverso i riti wodoo sono solo alcuni dei mezzi che vengono utilizzati per «piegare» le ragazze che si ribellano. 

Nell’ultimo anno, secondo i volontari delle associazioni che cercano di colmare il vuoto istituzionale che consente alla mafia nigeriana di regnare indisturbata sul Litorale Domitio, la piaga si è ulteriormente infettata con l’arrivo di centinaia di minorenni destinate al mercato del sesso italiano, ma anche ai Paesi del nord Europa. Al centro del traffico di esseri umani c’è Castel Volturno, terra di nessuno e frontiera di smistamento in mano alla mafia nera. Le centinaia di case abbandonate dopo il declino del boom turistico sulla costa a nord di Caserta, sono la base logistica per malaffare e soprusi di ogni tipo.

L’immigrazione clandestina è il terreno sul quale si muovono i criminali africani, sfruttando i loro connazionali per la droga e la prostituzioni. Una polveriera più volte sull’orlo dell’esplosione, fino a ieri quando il sindaco è stato addirittura aggredito nel corso di una fiaccolata. Comitato d’ordine pubblico in Prefettura, l’ennesimo, pioggia di note di solidarietà e indignazione. Due mesi fa la nomina del commissario straordinario ma Castel Volturno è sempre più sola, con la presenza di uno Stato che non considera gli oltre 20mila clandestini che vivono e transitano sul Litorale da almeno due decenni.
 
Ultimo aggiornamento: Sabato 14 Ottobre 2017, 12:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA