Draghi va a larghissima maggioranza: «Lotta a mafie e corruzione»

Draghi va a larghissima maggioranza: «Lotta a mafie e corruzione»

di Alessandra Severini

Bis di Mario Draghi alla Camera. Dopo la maggioranza schiacciante ottenuta al Senato (262 sì) anche la Camera ha votato la fiducia: 535 i voti a favore e 56 i contrari. Il premier Mario Draghi, più a suo agio rispetto al giorno prima, ha ascoltato la discussione generale dei deputati prendendo appunti e tenendo, prima del voto, un discorso breve, poco più di dieci minuti, per ribadire alcuni punti centrali del suo programma. Attenzione alle piccole e medie imprese, agli «istituti penitenziari sovraffollati», sostegno ai settori economici più colpiti dalla crisi e, per la prima volta, riferimento alla riforma della giustizia civile e penale. Un «servizio pubblico fondamentale», lo definisce il premier, che come tale deve «rispettare tutte le garanzie e i principi costituzionali». Il che vuol dire «un processo giusto e un processo di durata ragionevole, in linea con la media degli altri Paesi europei». Ma il tema della giustizia è uno di quelli che più divide i partiti di maggioranza e affrontarlo non sarà semplice. Tutti d'accordo invece sull'appello a garantire «legalità e sicurezza», soprattutto al Sud, dove i fenomeni corruttivi sono «un veicolo di ingerenza criminale anche da parte delle mafie».


Il voto è andato come atteso. Come già accaduto al Senato, alcuni deputati grillini si sono sganciati dal gruppo: 16 hanno votato contro, 4 si sono astenuti e 12 non hanno partecipato alla votazione.
Matteo Salvini si è detto certo che diversi parlamentari pentastellati approderanno alla Lega: «Nelle prossime ore, e non solo dai 5 Stelle, ci saranno diverse persone che cominceranno il loro cammino con la Lega, sia alla Camera che al Senato». Di una fuga dalla maggioranza parla anche la presidente di FdI Giorgia Meloni ribadendo il voto contrario del suo partito: «Oggi sono tutti con lei dice a Draghi intervenendo in aula - ma vedrà quando scatterà il semestre bianco quanti temerari dissidenti usciranno fuori». E poi, sottolinea, «grazie a noi, l'Italia non è rimasta senza opposizione, come la Corea del Nord».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Febbraio 2021, 08:55
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