8 marzo, la psicoterapeuta Chiara Gambino a Leggo: «Donna "Mai più indifesa" unendo mente, corpo e spirito»
di Simone Pierini
Come difendersi?
La migliore arma è la prevenzione attraverso opere di sensibilizzazione contro discriminazioni e pregiudizi. Nelle scuole e verso i genitori, al fine di diffondere un’educazione che si basi sul rispetto, sulla collaborazione, sulla stima e sulla fiducia all’interno delle relazioni tra uomo e donne. È importante aiutare le donne a conoscere le cause, a chi rivolgersi e a riconoscere i primi segnali di violenza all’interno di un legame prima che sia troppo tardi.
L’80% delle violenze avviene in casa.
Un ’”involucro protettivo” che impedisce al mondo esterno di vedere. La violenza si scatena quando il legame affettivo è consolidato, dal bisogno di annullare l’altra persona e ripristinare i “ranghi di potere”. L’uomo violento una volta che si sente sicuro del legame, si sente a quel punto legittimato di arrogarsi il diritto di esercitare un cieco predominio sulla propria partner. I momenti più a rischio sono durante la gravidanza, alla nascita dei figli e quando la donna trova la propria autonomia di carriera.
L’8 marzo?
Le nuove generazioni oggi festeggiano con mimose e spritz. Ben vengano questi momenti, ma è necessario che conoscano il vero significato dell’8 marzo e le molteplici lotte che sono state portate avanti per vedere riconosciuti i nostri diritti.
Il “Codice Rosso”?
Da un lato evidenzia la necessità di intervenire per non farle sentire sole e indifese, accelerando il più possibile l’avvio dei provvedimenti necessari. Dall’altro non stanzia quelle risorse necessarie per mettere in atto azioni concrete in caso di rischio.
“Mai più indifesa”, molto più di un libro.
Un libro scritto con il collega Giampaolo Salvatore nato dalla nostra esperienza e dalla creazione di laboratori dove insegniamo a donne e adolescenti a difendersi fisicamente e psicologicamente da soprusi e aggressioni, in strada e in casa, attraverso tecniche corporee, marziali e psicologiche: mente, corpo e spirito possono reintegrarsi verso una nuova consapevolezza di sé e ritrovare il pieno diritto di esistere e di esprimersi.
Funziona?
Una delle nostre “allieve” ci ha detto: “Mi sento più forte, capace di difendermi davanti a chi cerca di prevaricarmi, prima mi sarei solo nascosta come sempre”. Ecco, noi lavoriamo per questo.
Le donne a Sanremo?
Si è tentato in tutti i modi di compensare, a volte in maniera fin troppo esacerbata, ai diversi scivoloni commessi che esprimono quanto ancora siamo lontani da una parità di genere. Rula Jebreal, invece, ha restituito dignità a quel silenzio lacerante che porta con sé ogni abuso. Spero possa aver contribuito ad incrinare la coscienza di uomini e istituzioni che ancora oggi accettano la violenza come un fatto culturale legittimo.
Ultimo aggiornamento: Sabato 7 Marzo 2020, 16:08
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