100 giorni alla maturità, prima del divieto 1 studente su 3 era intenzionato a festeggiare (nonostante il coronavirus)

100 giorni alla maturità, prima del divieto 1 studente su 3 era intenzionato a festeggiare (nonostante il coronavirus)
In questo clima di incertezza c'è qualcosa a cui i maturandi non avrebbero rinunciato, nonostante l'emergenza sanitaria: le tradizioni. Secondo un sondaggio di Skuola.net, effettuato alla vigilia dello stop a eventi e manifestazioni pubbliche, ben 1 maturando su 3 avrebbe festeggiato i 100 giorni, nonostante divieti e restrizioni. Meglio, ma non troppo, nelle zone rosse: ben 1 studente su 4 non avrebbe rimandato le iniziative. La circolare del ministero dell'Istruzione che ha esplicitamente bloccato i festeggiamenti ha evitato il peggio.

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Il coronavirus spaventa tutti, tranne i ragazzi. Sembra proprio che molti giovani, in questi giorni di allarme generale, stiano continuando a fare la propria vita come se nulla fosse. L’ulteriore conferma ci arriva dagli studenti di quinta superiore. Il 9 marzo è iniziato il countdown: mancano 100 giorni agli esami (ammesso che il calendario venga confermato, vista la situazione).

Un tradizionale momento di aggregazione: ci si incontra nelle piazze, si fanno riti scaramantici, si viaggia verso luoghi simbolici. Il 2020, se non fosse intervenuto il ministero dell’Istruzione, non avrebbe fatto eccezione. Secondo un sondaggio effettuato da Skuola.net – su 5mila maturandi – poche ore prima del divieto formale a ogni tipo di manifestazione, circa 1 su 3 ancora non aveva intenzione di cambiare i propri piani; voleva festeggiare i suoi 100 giorni.

Solo il 67% dei ragazzi intervistati, infatti, diceva di aver annullato tutto di sua spontanea volontà per paura del coronavirus. Un quadro che, se isoliamo le zone d’Italia dove l’emergenza è più accentuata, non cambia di molto: al Nord, la quota di maturandi che aveva rinunciato a priori alle celebrazioni sale di poco, al 74%. Ciò vuol dire che più di 1 studente su 4 avrebbe azzardato. Meno male che il Ministero, proprio per evitare ciò, ha emanato una circolare d’urgenza in cui ha fatto rientrare gli eventi legati ai 100 giorni tra quelli vietati per contenere la diffusione del covid-19.

Ciò che il virus era riuscito a cambiare già prima del divieto, semmai, era la tipologia dei festeggiamenti. Quasi la metà di quelli che volevano celebrare lo stesso i 100 giorni – il 15% del campione - aveva modificato i programmi iniziali, per sentirsi più al sicuro. Però l’altra metà abbondante – il 18% del totale – non avrebbe cambiato di una virgola i suoi piani. Una bomba pronta a esplodere, visto che la modalità più gettonata sarebbe stata anche quella più sconsigliata dal punto di vista sanitario: il 40% avrebbe fatto serata o sarebbe uscito con tutta la classe. Tante persone assieme, tradotto: più possibilità di contagio. Altrimenti avrebbero ripiegato su una festa con un gruppo ristretto di compagni o su una breve vacanza con altri maturandi: entrambe le opzioni incontravano i favori di 1 su 10. Comunque pericoloso.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Marzo 2020, 14:58
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