Amsterdam e quell'atmosfera da giorno dopo per dimenticare il Covid

Amsterdam e quell'atmosfera da giorno dopo per dimenticare il Covid

di Marco Mottolese

Mi sono affacciato qualche giorno sul nord Europa, voglio capire cosa succede da queste parti in  tempi pandemici. Sono ad Amsterdam. La mia prima trasferta all’estero post restrizioni fu Ibiza, era metà giugno, l’ho raccontata qui su “Covid Telling”, sembra trascorso un secolo.

Arrivo in quella che giustamente viene chiamata “la Venezia del nord” grazie ad un volo KLM che già rende l’idea di cosa ti attende una volta atterrato. In volo percepisci un certo distacco dell’equipaggio, una calma estranea, diversa da altre compagnie, qui è  come se nulla fosse mai successo. Non è che siano superficiali gli olandesi nella gestione del Covid ma si intuisce un’atmosfera da “giorno dopo”.

Ad Amsterdam le mascherine non sono obbligatorie, né all’esterno ma neanche all’interno dei locali. Chi lavora ovviamente la indossa ma chi invece sta solo ottenendo un servizio, che sia alberghiero , ristorazione o mezzo pubblico, non è tenuto ad indossarla. Nei musei avviene la stessa cosa (vedere Van Gogh senza mascherina è un sollievo) e anche per navigare sulle innumerevoli barche sulle quali sei forzato a salire ad Amsterdam, non viene richiesta.

Per quanto ho potuto intuire (non parlo l’olandese ma molti parlano tra loro in inglese) l’argomento Covid, da noi all’ordine del giorno, vaccini compresi, in questa città rimane molto sullo sfondo, non sembra essere un argomento da conversazione e il classico aplomb degli olandesi ne trae giovamento, perché così si tengono ben lontani da quel sovrabbondante impasto mediatico  che da noi condisce ogni conversazione fino a diventare terreno di scontro e di costante srotolamento di vere e false notizie che nel contrasto polemico tra persone producono stress e ingloriosi scontri verbali.

La classica rissa latina da discussione che da queste parti evidentemente non vige.

Ad Amsterdam tutto scorre tranquillo, sottile zen sui canali, biciclette silenziose, gente allegra. Se non fosse per qualche minimo segnale – mascherine occasionali, spesso di turisti  ammaestrati nella memoria dai loro paesi,  o evidenti insegne di punti dove effettuare il  “tampone” -  verrebbe da pensare che in Olanda il Covid è già storia e gli olandesi sono in tutt’altre faccende affaccendati. Il rito della colazione abbondante, le cene all’aperto, la quantità inusuale di giovani in circolazione, spesso in composizioni contemporanee non semplici da decrittare (è il padre? Sono le zie? Di chi è quel bambino?) tutto mi è apparso molto tranquillo, distaccato e la classica aura che da sempre avvolge Amsterdam, città permissiva ed accogliente, migliora addirittura l’effetto producendo in chi la visita – proveniente da paesi più nevrotici -  un relax che somiglia al nirvana.

Piccola annotazione di servizio: il costo dei tamponi in Italia sta progressivamente diminuendo, mentre all’estero, Spagna ma soprattutto Olanda, per quello che ho visto, i prezzi aumentano o rimangano stabili ma su valori decisamente alti. Così, fatto il tempone per il rientro, e spesi 50 euro, un po’ mi dispiace vedere che all’arrivo a Fiumicino non viene richiesto, e intuire così che, tra il dire e il fare, c’è di mezzo…l’imbattibile burocrazia.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Agosto 2021, 10:55
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