L'arroganza post Covid, se il virus ha fatto sbocciare l'ignoranza sopita

L'arroganza post Covid, se il virus ha fatto sbocciare l'ignoranza sopita

di Marco Mottolese

“Il male mette radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore di un altro.” Joseph Brodsky, poeta di origini russe, premio Nobel, aveva capito tutto. Questa sua frase risale alla luce quando, prendendo posto in aereo, il passeggero della poltrona a fianco mi ingiunge in malo modo di alzare la mascherina “al di sopra della bocca” così strepita, in modo rozzo, più che scortese direi primitivo, a stridere col fatto di essere accomodati nel mezzo di trasporto più moderno che c’è. Il contrasto tra lui e il resto dei passeggeri è lampante, la modalità di interlocuzione inquietante anch’essa, eppure quella persona, uomo di media età, tatuaggi evidenti sul braccio, la dovrei ringraziare perché mi ha fornito lo spunto per questo pezzo. Sono innumerevoli le storie di arroganza che mi vengono raccontate di questi tempi o che colgo di persona. Il virus non solo ha seminato paura, ma ha fatto sbocciare un’ignoranza che sembrava sopita, coadiuvata sicuramente dall’abbondanza di risvolti mediatici, quel fiume di informazioni inarrestabili che ha fatto sì che ciascuno abbia potuto edificare una propria personalissima idea per convivere con il Covid. Non mi sto riferendo all’attuale contrapposizione “Vax / no Vax” no, in realtà il fatto di essere attenti o vaccinati, rispettare le regole, non salva nessuno dal poter essere attaccato o frontalmente provocato; paure ancestrali sono smosse dal virus come un sasso nello stagno agita la vita della palude, cambiandone temporaneamente gli assetti sin lì immobili.

Quando è che “un uomo si pensa migliore di un altro?”: quando può appoggiarsi sul comune sentire che a lui appare come un plotone di difesa delle proprie idee investendolo -a suo dire- di un incarico rilevante, “portavoce di sentimento collettivo”, facendolo fantasticare di essere leader di una causa giusta per la quale si incorona da solo. Insomma il vecchio e immarcescibile detto, se la fa e se la canta.

Tra i mille difetti umani (dal latino defectus «il venir meno», mancanza, carenza) l’arroganza è uno dei peggiori perché maschera l’ignoranza con il finto sapere.

L’arrogante pretende di essere migliore degli altri, assurge a ruolo di giudice incontrovertibile e, a quel punto, non c’è più nulla da fare, l’arrogante pretende di aver sempre ragione e vuole imporre il suo punto di vista come un dittatore i suoi dettami.

“Se non alza quella mascherina chiamo l’hostess” mi dice e io “se vuole cambio posto, le faccio mettere accanto una persona che non porta gli occhiali che si appannano quando la mascherina copre completamente il naso; io devo leggere e lavorare, dividiamoci, sì, penso sia meglio …”

L’attimo di tensione non degenera perché in soccorso subentra quella particolare atmosfera che si crea in aereo quando, poco prima del decollo, il velivolo inizia a rullare; in quei brevi istanti ci sentiamo tutti nelle mani di una sola persona, quel pilota al quale i passeggeri si affidano in silenzio - e vagamente pensierosi- con la stessa fiducia dei credenti al prete.

Se esiste un tassametro dei sentimenti in questo periodo “virale” l’arroganza lo ha sbancato; persone che forse non lo erano lo sono diventate mentre gli arroganti di natura hanno affinato la loro tecnica.

Il mondo si è riempito di tante guardie rosse di Mao Tse Tung: vorrebbero decidere per te, insegnarti i comportamenti, difendere sé stessi con la scusa che stanno difendendo il mondo intero. Le modifiche della vita sociale alla fine sono la vera novità del Covid.

“Non entri! ; “Si alzi la mascherina”; “Lei è vaccinato?” “ Il green-pass, mi faccia vedere il green-pass” , “lei ha avuto il Covid?” queste alcune delle prepotenti irruzioni nella vita degli altri che frantumano la privacy come un vetro colpito da sassate discole.

Chi non ha mai avuto modo di comandare gode del periodo, come sicuramente godevano le guardie rosse della rivoluzione maoista, studenti ingaggiati, spesso a forza, per bruciare i libri che non dovevano essere letti. Ecco, un manipolo consistente, all’interno della nostra comunità, si è travestito da guardia rossa per completare la pessima rivoluzione della maleducazione.

Il libretto rosso da sventolare oggi è l’arroganza, come sempre figlia dell’ignoranza; Il Covid ha inciso anche su quest’ultima infatti non sta bene e si diffonde senza controllo, affidandosi a portatori casuali, untori che portano nella socialità una variante aggressiva per la quale non esiste vaccino. Così, persone che solitamente non hanno accesso ad alcuna stanza dei bottoni, pensano di avere finalmente la patente per poter redarguire i propri simili che, a loro insindacabile giudizio, non si comportano a dovere, che rappresentano un sicuro pericolo per la comunità. Sostanzialmente evangelisti radicali del verbo delle restrizioni. In paesi avanzati, che vivono di democrazia, c’è stato un passaggio inusuale per contrastare il male e ci siamo dati tutti insieme regole, limiti, cure per evitare il peggio. Una democratica dittatura. E fin qui tutti d’accordo. E’ quando entrano in campo le “guardie rosse,” portatrici anarchiche dei verbi “controllare” e “punire”, che le cose cambiano.

Così l’arroganza dilaga, facendo leva non tanto sulla paura individuale, bensì sulla possibilità offerta dalla situazione - prima impensabile - di appoggiarsi al Covid per mostrare forza e autorevolezza, ovviamente inconsistenti . Per rispettare le regole sociali in tempi di pandemia non servono gli studenti di Mao che costringevano i propri connazionali a leggere le frasi naif del “Grande Timoniere” piene di regole astratte e a senso unico. L’arroganza è semplicemente la dinamo della cattiveria, la fake news del controllo becero, la disumanità che semina scompiglio e peggiora i rapporti tra gli esseri umani. Dicono che il Covid sia partito dalla Cina, dunque in Cina in qualche maniera si torna se pensiamo agli studenti di Mao , seppure, in tempi antichi, il filosofo Confucio, cinese anch’egli, a sua volta aveva capito tutto: “L'uomo superiore è calmo senza essere arrogante; l'uomo dappoco è arrogante senza essere calmo.”


Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Agosto 2021, 18:00
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