Covid a Padova, sindrome scatenata dal virus: undicenne grave in ospedale

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di Fabrizio Cibin

SAN DONA’ DI PIAVE – Undicenne con la sindrome Mis-c scatenata dal Covid-19. Un nuovo filone sanitario sembra si stia sviluppando anche nel territorio del Veneto Orientale, preoccupando i pediatri, collegato alla pandemia da coronavirus.

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Le condizioni del ragazzino si sono aggravate a inizio febbraio ed ora si trova ricoverato nel reparto di pediatria di Padova, dov’è sottoposto ad una cura a base di cortisone: non sarebbe più in pericolo di vita. L’undicenne era risultato positivo (in una forma asintomatica) al Covid-19 a inizio gennaio, assieme a tutta la famiglia. Dopo circa 4 settimane ha iniziato ad avere febbre molto alta: ricoverato in pediatria a San Donà di Piave, i medici gli hanno riscontrato la sindrome Mis-c, scatenata dal Covid-19 e che provoca problemi gravi, tra gli altri, alle vie respiratorie.

Nel frattempo si è negativizzato al virus, ma ha mantenuto i sintomi della sindrome, per cui è stato deciso il trasferimento a Padova. La Mis-c è una sindrome infiammatoria multisistemica che colpisce i bambini ed è causata dal Covid-19. 

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PREOCCUPAZIONI
Lo scorso settembre la notizia che i ricercatori del Bambino Gesù di Roma erano riusciti a identificarne il profilo immunologico e a riconoscerne il funzionamento. Questo aprì la strada a test specifici per la diagnosi precoce e per i trattamenti mirati. Insomma, mentre inizialmente i bambini sembravano essere quasi immuni dalle conseguenze del Covid-19, ora la preoccupazione per questo filone legato a patologie che permangono anche quando il bambino stesso si è negativizzato. Una sindrome che non si era sviluppata nella prima “ondata” del coronavirus, come invece sta avvenendo ora, anche nel Veneto. Quello del bambino di 11 anni residente in un Comune del mandamento di San Donà di Piave, sarebbe il primo caso nel territorio dell’Ulss4. «Mentre si sta confermando la diminuzione dei contagi – ha commentato il commissario dell’azienda territoriale del Veneto Orientale, Carlo Bramezza – dall’altra c’è questa situazione che riguarda i bambini e che ci sta preoccupando.

Speriamo si tratti di un caso isolato e che non se ne registrino degli altri». 


SITUAZIONE STABILE
A proposito di contagi, ieri la situazione si è stabilizzata: 42 nuovi positivi (contro i 45 di due giorni prima), ma un leggero aumento del totale in tutto il territorio, ovvero 917 contro gli 892 (quindi più 25) dell’8 febbraio. Scende anche il numero dei ricoverati al Covid-Hospital di Jesolo: ora sono 23. La conseguenza è che si sta per riaprire il reparto di medicina. «Stiamo valutando con il dottor Lucio Brollo la possibilità di riaprire medicina» ha confermato Bramezza, che ricorda come sia stata completamente “congelata” terapia intensiva. Ad oggi ci sono tre pazienti in terapia intensiva, ma ricoverati negli ospedali di San Donà di Piave e Portogruaro. Nella casa di riposo “Stella Marina” di Jesolo ci sono 18 pazienti; si tratta di persone ormai guarite dal contagio, ma che ancora non possono rientrare a casa. «Il momento è buono: bisogna, però, stare molto attenti. Raccomandiamo sempre tutti di mantenere la prudenza. Nel contempo speriamo che i vaccini arrivino sempre più veloci». A proposito del piano vaccinale, sono partite le duemila lettere per tutti i residenti nel territorio del Veneto Orientale e che sono nati nel 1941, per invitarli alla somministrazione della prima dose di vaccino anti Covid19. La vaccinazione, per questa fascia di popolazione, inizierà lunedì 15 febbraio e verrà effettuata in tre sedi: al PalaInvent di Jesolo, negli ambulatori dell’Ulss4 di via Girardi a San Donà di Piave e nel distretto socio sanitario (ex silos) di Portogruaro. 
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Febbraio 2021, 11:00
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