Contagi Covid: da Milano a Torino, Napoli e Roma ecco la mappa delle città più colpite

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di Raffaele Alliegro

Milano, Napoli, Torino, Roma, Varese, Monza, Brescia, Genova, Firenze, Caserta. È la classifica della Protezione civile delle dieci città italiane che, con le loro province, hanno registrato il maggior numero di contagi. Ma non sono soltanto le grandi città quelle che soffrono di più per gli effetti della pandemia. Anche dal punto di vista economico, molti centri medio-piccoli hanno subito un forte choc a causa del Covid.

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I dati del 26 novembre assegnano a Milano e provincia 146.676 casi, cioè 4.472 ogni centomila abitanti. A Napoli e provincia i contagi sono stati 90.974, cioè 2.951 ogni centomila abitanti. Con un incremento di 2.090 contagi. A Torino e provincia 85.474, cioè 3.795 ogni centomila abitanti. Con un incremento di 1.269. A Roma e provincia 82.849, cioè 1.912 ogni centomila abitanti. Con un incremento di 2.170. A Varese 41.445 casi, a Monza e Brianza 41.239, a Brescia 33.085, a Genova 29.796, a Firenze 28.014, a Caserta 27.531, cioè, in quest'ultima provincia, 2.985 casi ogni centomila abitanti.

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A Milano i nuovi casi sono stati 2.060, di cui 1.020 in città, con un calo dei ricoveri in terapia intensiva che ha interessato l'intera Lombardia. A Varese 559, a Como 464. Ma anche a Napoli l'attenzione resta alta. «Come Regione abbiamo predisposto piani operativi per diversi scenari. La carenza che si registra in tutta Italia è la mancanza di medici specialisti. Auspichiamo che il Miur parli con il Ministero della Salute per capire il fabbisogno. Le nuove misure ci hanno permesso di immettere 4mila unità» ha detto Antonio Postiglione, della direzione generale per la Tutela della salute e il coordinamento del Sistema sanitario regionale. Nella città di Roma i nuovi casi, il 26 novembre, sono stati circa 1.300. Nelle altre zone del Lazio se ne sono contati 476 con 23 decessi.

In particolare, nella Asl di Latina 180 nuovi positivi e 4 morti, 154 casi e 7 morti in quella di Frosinone, nella Asl di Rieti 82 positivi e tre decessi, nella Asl di Viterbo 60 casi e 9 morti. Nel Lazio «la stima del valore RT rimane stabile sotto a 1 (0.8)» dice l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, che avverte: «Bisogna comunque mantenere alta l'attenzione. La strada è ancora lunga e serve prudenza». In provincia di Caserta infine, dove nonostante il decimo posto nella classifica della Protezione civile si registra un numero di casi in rapporto agli abitanti superiore a quello di Roma, si evocano situazioni di vera e propria guerra. «Durante la seconda guerra mondiale quando suonava la sirena, si scappava nei bunker. Oggi dobbiamo fare lo stesso, dobbiamo scappare nelle abitazioni, evitare contatti con gli altri» ha detto nei giorni scorsi il sindaco di Caserta Carlo Marino.

Anche dal punto di vista economico, del resto, le città medie italiane hanno subito un notevole choc a causa del Covid. Uno studio preparato dal Cerved per l'Anci ha elaborato una serie di previsioni sugli impatti che la pandemia avrà sui sistemi produttivi. Il risultato, ha fatto sapere il Cerved, è che «gli effetti dello choc Covid sulle città medie italiane si diversificheranno in base alle specializzazioni dei sistemi produttivi territoriali. Nel 2020 impatti della crisi più severi a Chieti, Potenza e Campobasso a causa dell’automotive. Cali più contenuti a Latina, Imperia e Parma con effetti mitigati dalla tenuta di farmaceutico e agroalimentare. A Brescia, Verona e Bergamo le perdite di fatturato più consistenti. E forte incidenza di imprese in crisi di liquidità a Prato».

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Ultimo aggiornamento: Sabato 28 Novembre 2020, 07:24
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