Milano e Bergamo, guerra a Roma: «A noi il G20 Sanità». Virginia Raggi immobile

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di Lorenzo De Cicco
Un summit mondiale sulla sanità. In Italia. Ma Roma, la Capitale, sede di strutture d’eccellenza come lo Spallanzani e di due sperimentazioni per il vaccino anti-Covid, ancora una volta, incredibilmente, potrebbe essere tagliata fuori dalla partita globale. A lanciare il G20 della Salute, durante il discorso sullo Stato dell’Unione al Parlamento europeo, è stata la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: «Vogliamo dimostrare che l’Europa non lascia gli Stati da soli nell’ambito della sanità pubblica: per questo, nel 2021 chiederò di organizzare un vertice globale sul tema in Italia». Parole subito rilanciate dal premier Giuseppe Conte («Felice di ospitare come presidenza italiana del G20 nel 2021 il Global Health Summit») e dal ministro della Sanità, Roberto Speranza. «È bello che l’Italia sia al centro della sfida per costruire una nuova sanità capace di tutelare la salute di tutti».

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Se nello scacchiere europeo il campo da gioco è stato definito - sarà l’Italia a ospitare il maxi-evento - in ambito nazionale la sfida è appena cominciata. E c’è già chi si affanna per mettersi in pole position. Tempo nemmeno 24 ore dall’annuncio della von der Leyen, i sindaci dem di Milano e Bergamo, Beppe Sala e Giorgio Gori, già lanciavano l’asse lombardo: ospitiamo noi, hanno detto, il summit sanitario globale. «Competenza, conoscenza, ricerca, sperimentazione, ma anche volontariato. È su queste basi che si fonda la proposta di Milano e Bergamo», hanno scritto in una nota che però sembra cozzare con quanto dimostrato proprio dall’emergenza Covid: lo sfacelo della sanità lombarda, una catena di errori che ha moltiplicato la diffusione del virus, si pensi solo alla gestione delle Rsa su cui ora indaga la magistratura.

Eventi che i sindaci di Bergamo e Milano sembrano ignorare, nella dichiarazione resa ieri. E anzi, danno l’idea quasi di rilanciare un modello d’assistenza che, alla prova della pandemia, è collassato e che oggi è bersagliato dalle inchieste giudiziarie: «L’Europa - dicono Gori e Sala - ha bisogno di un indirizzo unitario, anche sul fronte sanitario. Per questo occorrono esperienza, know how e solidarietà». Com’è ovvio, la candidatura piace al governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana, che vorrebbe aggiungere Lodi alle due città del Nord già in pista.

Roma invece, a quanto pare, resta a guardare. Almeno per ora. La notizia da ieri mattina circola in Campidoglio, dove gli stessi consiglieri grillini di maggioranza ne discutono sperando che qualcosa si muova. Ma la sindaca Virginia Raggi non ha ancora preso posizione. Traccheggia. Anche se altri suoi colleghi, appunto, come Sala e Gori, hanno subito rotto gli indugi avanzando formalmente una candidatura. 

Nei principali schieramenti invece, esponenti politici romani di primo piano si stanno già esprimendo. Spera che il G20 della Salute possa approdare a Roma Marianna Madia, ex ministro della Pubblica amministrazione, oggi deputato Pd. «Roma non può stare sempre a guardare, come purtroppo è avvenuto negli ultimi anni con questa amministrazione». In questa fase, aggiunge, «è fondamentale ridare il giusto valore e peso alla Capitale, un passaggio che può avvenire anche con eventi come il summit globale della Salute. Speriamo che ci sia una manifestazione d’interesse da parte della sindaca e che soprattutto sia portata avanti in modo determinato».

Per Antonio Tajani, vicepresidente nazionale di Forza Italia, ex presidente dell’Europarlamento, oggi presidente della Commissione Ue affari costituzionali, «Roma non solo è la Capitale del Paese, è anche tra le città più all’avanguardia dal punto di vista scientifico e della ricerca: pensiamo alle sperimentazioni sul vaccino anti-Covid che si stanno portando avanti a Pomezia, da una ditta che collabora con l’università di Oxford, o allo Spallanzani. Proprio lo Spallanzani è un’eccellenza sanitaria internazionale. Insomma, la città ha tutte le carte in regola per candidarsi a sede del summit sanitario annunciato da von der Leyen».

Anche nel M5S nazionale, parlamentari romani di peso si augurano che il summit trovi collocazione nella Capitale. Gianluca Perilli, capogruppo del Movimento in Senato: «Roma ha tante eccellenze nella sanità e da romano mi auguro che possa ospitare un grande evento di questo tipo».
 
Ultimo aggiornamento: Sabato 19 Settembre 2020, 17:43
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