Coronavirus, Lazio: tende pre-triage in 31 ospedali. Nuove disposizioni della Regione
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Ila Lazio si prepara a fronteggiare una possibile emergenza coronavirus. Tensostrutture per il pre-triage sorgeranno in 31 ospedali del Lazio allo scopo di prevenire un maxi-afflusso di pazienti. Allo Spallanzani la tendopoli è già pronta. Inoltre, in linea con l'ordinanza per le Regioni che non hanno casi autoctoni, ci sarà l'obbligo di 'autodenuncià alle Asl per chi proviene dalle aree del mondo a rischio e dalle zone dei focolai italiani per sottoporsi a 'quarantena volontarià in casa propria. Previsti anche dispenser di disinfettante nei presidi sanitari e nelle aree aperte al pubblico e il 'decalogò anti-contagio nelle scuole e negli uffici della pubblica amministrazione.
«I tecnici ci dicono che dobbiamo lavorare su tutti gli scenari: il rischio zero non esiste e quindi ci stiamo attrezzando per qualsiasi evenienza» spiega l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato. Nella regione della Capitale, dove è al lavoro una task force, ci si prepara per i prossimi giorni di contrasto alla diffusione del coronavirus: «Il governo insieme alle Regioni ha deciso per l'uniformità - ha spiegato oggi nel corso di un'audizione in Consiglio D'Amato - e si è deciso di lavorare a uno schema nazionale di ordinanza per tutte quelle Regioni, tra cui il Lazio, che non hanno avuto finora casi autoctoni.
Lo schema tipo, presentato dal governo, conterrà dunque diverse misure di informazione e prevenzione, come appunto l'auto-quarantena (»con misurazioni della temperatura due volte al giorno«), o la sanificazione dei mezzi del trasporto pubblico, o ancora una vasta campagna di informazione sulle corrette regole per contrastare il virus, oltre allo stop alle gite scolastiche.
La proposta delle Regioni, ha spiegato, è di bloccarle fino al 15 marzo. D'Amato ha poi rivendicato la scelta, nel Lazio, di »centralizzare sullo Spallanzani: sia detto senza polemica - ha aggiunto - ma nella gestione dei casi in Veneto e Lombardia qualche defaillance c'è stata. La difficoltà di ricostruire la linea dei contatti è molto seria«. Nel Lazio inoltre s'è pensato anche ai bambini, nonostante il virus sembri attaccare più gli anziani. C'è un protocollo, ha ricordato, con il Bambin Gesù di Roma: in caso di sovraccarico dell'ospedale pediatrico, la sua equipe potrà usare lo Spallanzani. Questione carenza di camici e mascherine: ci sarà un unico acquisto centralizzato da parte della Protezione civile, ha spiegato D'Amato, e oggi è stato chiesto a tutte le Regioni di fare una mappatura del fabbisogno. Nel Lazio però i magazzini sono pieni: »Al momento - alcuni dei dati forniti - abbiamo 400 mila mascherine, quasi 5 milioni di guanti, 2800 visiere, 10 mila occhiali, 400 mila camici«. Di fronte al rischio di 'sciacallaggiò sui dispositivi - incetta di prodotti per poi rivenderli a prezzo maggiorato - D'Amato ha comunque annunciato che chiederà verifiche ai Nas nei luoghi di stoccaggio, »perché chi vuole fare attività lucrativa desista«. Chi invece potrebbe avere difficoltà sono i numeri d'emergenza, il 1500 e il 112, che però copre solo l'area di Roma: »Il 112 sarà implementato con 6 'isolè aggiuntive dedicate al coronavirus per dare corrette informazioni. Per evitare sovraccarichi arriverà da giovedì il 800.118.800 che nelle province farà quello che fa il 112 a Roma«, e saranno coinvolti anche i medici di base. La rete ospedaliera del Lazio comunque c'è: »Non abbiamo casi ma dobbiamo prepararci come se ne dovessimo avere - ha concluso D'Amato - Abbiamo una solida rete infettivologica che comprende, oltre allo Spallanzani, il Gemelli, Tor Vergata, l'Umberto I a Roma, il Goretti di Latina, il Belcolle di Viterbo, il De Lellis di Rieti e lo Spaziani di Frosinone«. Ci sono 340 posti letto, 179 quelli di isolamento.