Coronavirus e quarantena, scene da Roma al Nord-Est: passeggiate e rischio relax

Quarantena violata, scene da Roma al Nord-Est: passeggiate e rischio relax

di Mario Ajello
Ora la battaglia, oltre che contro il coronavirus, è contro l’impazienza. Perché cala la tensione emotiva dei romani, come se il peggio fosse alle spalle, e cresce la stanchezza da quarantena. Esempio. Ore 11, ieri mattina, sul Ponte Milvio.

Nei giorni scorsi, a questa ora, un solo passante, furtivo, veloce e forse auto-colpevolizzante (sono in giro ma non dovrei farlo, lo faccio ma solo perché sto andando a comprare il giornale) si poteva scorgere su quel tragitto. Ieri, no: altra atmosfera. 

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Stessa ora, stesso luogo, 23 persone - ormai un assembramento - passeggiano su Ponte Milvio. Alcuni camminano da soli, altri procedono in coppia - fidanzato-fidanzata, marito-moglie: escono all’aria aperta perché stare troppo a lungo a casa significa accopparsi a vicenda? - tenendosi mano nella mano o avanzando senza rispettare la distanza di sicurezza, più mamme con bimbi e anziani insofferenti ormai alla lunga reclusione e veri o finti runner. C’è chi borbotta in questa sorta di ora d’aria auto-concessa «E’ come se fossi agli arresti domiciliari senza aver commesso reato». Chi invidia la Svezia atteggiandosi a cinico: «Lì sì che hanno capito tutto. Fanno come gli pare e chi campa campa e chi muore muore». 

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SENSO DI RELAX
E chissà quante altre scene così in giro per l’Italia. Bozzetti di un Paese che sta molto ben figurando quanto a rispetto delle regole anti-Covid 19 ma è come se un senso di relax si stia anche inconsciamente facendo spazio tra gli italiani. Basta resistergli però. Per il bene di tutti. E non fanno bene a nessuno le scene del rione napoletano della Pignasecca, o altre zone popolari e popolose, affollato come se questi fossero tempi normali. Lo stesso vale per i carrugi genovesi.
 


Perfino nel virtuoso Nord-est, il governatore Zaia ha dovuto emanare un’ordinanza che dice: per i mercati, siccome vengono presi d’assalto, come è il caso di quello veneziano di Rialto, devono valere le stesse regole dei supermercati. Ovvero ingressi scaglionati.
Tornando verso Sud, a Roma nei quartieri meno centrali si registrano “fuitine” dalla quarantena più numerose che nel centro città.

A Bari, il sindaco Decaro sta tempestando migliaia di concittadini via Whatsapp dicendo loro: «Se esci ti vedo. E senti a me: se vuoi guardare il sole statti a casa e guardalo dalle finestre». Potrebbe aggiungere al messaggio la lettura di quel passo di Daniel Defoe (il «Diario della peste di Londra» del 1665) in cui si stigmatizza quelli che «di punto in bianco messa da parte ogni precauzione riprendono ad uscire di casa». Il risultato in quel caso fu la seconda ondata del morbo, nel 1666. 
I PASQUETTARI
Dunque si spera che gli italiani ora non mollino. L’arrivo delle vacanze pasquali - di cui si ricorda un slogan maccheronico-alternativo di qualche tempo fa: «Basta con i pasquettari!» - però non aiuta e neppure giova lo scoppio di questa primavera bellissima. Un poco oltre Ponte Milvio, verso i colli della Farnesina, c’è la sezione del vecchio Pci dove era iscritto Enrico Berlinguer, ora diventata circolo Pd. Un anziano scuote il capo, davanti al portone sbarrato di questa sede: «Quest’anno per la prima volta non potrò andare in piazza nei cortei del 25 aprile e in quelli del Primo Maggio». Verrebbe da rispondergli: e chissene! Ma bisogna anche capire che i cittadini vogliono un termine - «E’ solo di un termine che ha bisogno la povera gente», dice Beppe Fenoglio il partigiano nel suo famoso libro “Una questione privata” - mentre i pasticci comunicativi del governo quel termine di conclusione dell’emergenza e di nuovo inizio della normalità non sanno darlo.
 

Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Aprile 2020, 20:06
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