Coronavirus Napoli, guarita dal Covid muore all'improvviso. E il test è positivo

Guarita dal Coronavirus muore all'improvviso e il test sulla salma è positivo

di Ferdinando Bocchetti
È spirata nell’ospedale di Giugliano A.M., 55 anni, figlia di un noto imprenditore del settore ittico di Mugnano, a sua volta morto poco più di un mese fa in un nosocomio napoletano e risultato il primo positivo nel comune a nord di Napoli. La donna, che è la quarta vittima da Covid-19 in città, era risultata positiva al Coronavirus avendo eseguito il test subito dopo la scomparsa del genitore. Si era isolata, insieme con altri familiari, alcuni dei quali contagiati, ed era rimasta in quarantena. Ripetuto il tampone due volte, come da prassi, era risultata finalmente negativa ai test ed era stata inserita nell’elenco ufficiale dei guariti. La sua vita era quindi ripresa, seppur con le cautele previste dai protocolli. Due giorni fa l’improvviso malore, il ricovero d’urgenza in ospedale. I medici di Giugliano hanno fatto di tutto per salvarle la vita, ma la 55enne non ce l’ha fatta. È morta, infatti, nella giornata di ieri e a stroncarla, secondo i familiari, sarebbe stato un ictus. Altri invece riferiscono che a provocare il decesso sia stata una leucemia fulminante. Ma la certezza al momento è un’altra. Ed è inquietante. La salma di A.M è stata infatti sottoposta - come previsto dai protocolli sanitari - a un ulteriore tampone. Che ha dato esito positivo. La donna è dunque da annoverare nell’elenco delle persone decedute a causa del virus.

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Un caso raro, drammatico. Ma non inspiegabile. I medici ipotizzano che il virus possa essere rimasto dormiente nell’organismo della paziente ed essersi riattivato nei giorni antecedenti al decesso. Un’altra possibilità è che la donna sia stata contagiata una seconda volta o che si sia verificata un’anomalia nell’esecuzione dei tamponi che avevano dato esito negativo. Al momento - secondo gli studiosi - ancora non è chiaro se l’immunità sviluppata dai pazienti guariti dal Covid-19 sia persistente. In pratica se una prima infezione superata garantisca che non ci si possa ammalare anche una seconda volta. A Mugnano, città di poco più di 35 mila abitanti, sono quaranta i contagiati, per lo più operatori sanitari che lavorano negli ospedali di Napoli e che a loro volta hanno contagiati i loro familiari e più stretti congiunti. Sono 150 invece le persone tuttora in quarantena cautelativa. Una situazione che desta qualche preoccupazione e che ha spinto a più riprese il sindaco Luigi Sarnataro a lanciare appelli alla cittadinanza: «Non bisogna in alcun modo abbassare la guardia - spiega il primo cittadino di Mugnano - Ora più di prima bisogna restare a casa. Purtroppo c’è ancora qualcuno, fortunatamente una minoranza, che non ha compreso la gravità della situazione. Di recente ho firmato anche un’ordinanza che obbliga i cittadini ad indossare le mascherine nei negozi e negli uffici, vietando tra l’altro a coloro che sono in fila di fumare». 
 

Il Comune di Mugnano ha istituito una task force per l’emergenza che ha il compito di supportare il sindaco nelle iniziative da adottare nell’ambito sociale e sanitario. Dispositivi di protezione individuale (mascherine e guanti) e beni di prima necessità (alimenti) vengono distribuiti alle famiglie in difficoltà economica del territorio, con il contributo dei privati e delle associazioni del terzo settore, esclusivamente attraverso i volontari della Croce Rossa. Gli stessi aiutano anche le persone sole, anziane o affetti da patologie nel disbrigo di pratiche burocratiche (bollette in primis) e per la consegna dei farmaci. 
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Aprile 2020, 09:01
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