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«La stima del numero riproduttivo (il numero di casi generati da ogni singolo caso), ovvero il parametro che misura la rapidità con cui il virus viene trasmesso, attuata utilizzando modelli matematici ed evolutivi - spiegano gli scienziati milanesi - ha consentito di evidenziare una vera accelerazione nella capacità di propagazione del virus, una spinta espansiva databile a dicembre 2019. Da un numero riproduttivo molto contenuto, inferiore a 1, a dicembre il virus è infatti passato a 2,6, osservazione che permette di ipotizzare la rapida acquisizione di una maggior efficienza di trasmissione del virus». Questa trasformazione, ipotizzano gli studiosi, «potrebbe essere dovuta a variazioni o nelle capacità del virus di trasmettersi da uomo a uomo, o nelle caratteristiche della popolazione prevalentemente infettata». Un altro aspetto chiave rilevato dai ricercatori, «collegato al precedente, è il tempo di raddoppiamento dell'epidemia (il periodo nell'arco del quale si raddoppia il numero degli infetti, ndr), stimato a partire da dicembre in circa 4 giorni e quindi inferiore a quello calcolato sulla base del numero dei casi notificati nello stesso periodo, che risultava pari a circa una settimana». La teoria degli scienziati è «che la trasmissione animale serbatoio-uomo e le prime trasmissioni interumane siano state limitatamente efficienti, per poi aumentare in rapidità ed efficienza durante il mese di dicembre».
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«È verosimile - commentano comunque gli autori - che tale rapidità di crescita dei casi si sia successivamente ridotta in seguito alle misure restrittive adottate in Cina.
Ulteriori studi su genomi isolati in un periodo più recente potranno confermare l'utilità di queste tecniche anche nel valutare gli effetti delle misure di prevenzione adottate». «L'epidemiologia molecolare e lo studio della filogenesi virale - concludono i ricercatori - non sono influenzati da possibili fonti di incertezza, come i ritardi di notifica o le sottonotifiche di nuovi casi e rappresentano quindi un importante strumento complementare all'epidemiologia classica».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Febbraio 2020, 12:35
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