Coronavirus, in Lombardia più morti (3.456) che in Cina ma nuovi contagi dimezzati

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Coronavirus, il Governatore della Lombardia Attilio Fontana fa il punto della situazione il giorno dopo l'annuncio di Conte che ha chiuso tutte le attività produttive in Italia «non necessarie». Fontana ha sottolineato che la regione è «allo stremo» e che bisogna assolutamente «far calare i contagi». In Lombardia si sono verificati più decessi per il coronavirus di quelli avvenuti in Cina. È quanto emerge dal bollettino della Protezione civile. Il numero dei morti complessivamente in Lombardia è di 3.456, dunque più della Cina dove i morti sono stati 3.261.
 

Gallera: i dati di oggi più in chiaro che in scuro

In Lombardia, «i pazienti positivi sono 27206, 1691 in più rispetto a ieri, ma la crescita è quasi dimezzata, i ricoverati sono 9439, con un aumento di 1181, a cui vanno aggiunte 1142 persone ricoverate in terapia intensiva, mentre i decessi sono 3456, 361 in più»; ieri l'incremento era stato di 546. Sono i numeri resi noti dall'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, che ha spiegato che «sono dati sono come al solito in chiaroscuro, ma oggi più chiaro che scuro, anche se non cantiamo vittoria».

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«Questa è l'ordinanza più restrittiva che si possa emanare nell'ambito delle competenze regionali, più di così non possiamo fare». Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, aggiungendo che «l'abbiamo fatta convinti che fosse necessario farla, l'unica strada è far capire alla gente che deve rimanere a casa, al di là dei singoli provvedimenti, è il principale messaggio che dobbiamo lanciare». 

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La situazione a Lodi. «In molti presidi il pronto soccorso è diventato un grande reparto, a Lodi mi sono reso conto della fatica con cui i nostri infermieri e medici lavorano: era pieno di barelle di letti con pazienti, tutti con ventilazione assistita, lettini per bambini con le spalliere colorate utilizzati da uomini con bombola e respiratore attaccato. Stiamo utilizzando tutto»: lo ha detto l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, spiegando che «la situazione è molto complicata e difficile ma oggi il sistema riesce a dare una risposta».

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Stazione di Milano semideserta.
In una stazione quasi deserta, quella di Porta Garibaldi del capoluogo lombardo, solo poche decine di persone, più o meno una trentina in tutto, sono salite stamani sul treno Frecciarossa Milano-Napoli delle 9.48. Dopo le partenze di massa dei giorni scorsi, con l'annuncio delle prime misure di contenimento per l'emergenza Coronavirus, dunque, la sensazione stamani alla stazione di Porta Garibaldi è che poca gente si sia messa in viaggio verso sud da Milano, dove da oggi, come in tutta la Lombardia, sono in vigore nuove misure restrittive che hanno disposto, tra le altre cose, la chiusura di alcuni uffici pubblici, studi professionali e cantieri.

 


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Ultimo aggiornamento: Domenica 22 Marzo 2020, 19:31
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