Coronavirus, allarme per i tamponi: i kit per i test finiranno entro una settimana

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di Mauro Evangelisti e Diodato Pirone
La pandemia intreccia notizie buone e cattive in particolare sul tema cruciale dei tamponi. Su questo fronte si registra un dato pessimo: in tutte le regioni, ma in particolare in Lombardia, c'è una drammatica carenza di kit chimici necessari per processare i tamponi. Spiega un esperto: «In Italia le scorte stanno per finire, in meno di una settimana se non c'è un intervento rapido, le regioni non potranno più eseguire i test perché mancano i kit chimici».

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INCREMENTO
Eppure proprio negli ultimi due giorni la quantità di tamponi lavorati è schizzata in alto: l'altro ieri ben 36.615 cui se ne sono aggiunti altri 33.000 ieri, il doppio rispetto ai 17.000 del 23 marzo e un terzo in più rispetto ai 27 mila del 25 marzo. E qui arriva la notizia buona, anzi ottima: la percentuale di casi positivi rispetto ai tamponi effettuati è crollata dal 28% registrato lo scorso 23 marzo al 17/18% registrato ieri e l'altro ieri.
Come ormai abbiamo imparato, in una pandemia i numeri assoluti contano fino a un certo punto, la cifra importante è la tendenza. E la tendenza è chiara: rispetto al boom dei tamponi i contagiati individuati ora sono molto meno di una settimana fa. Alla Protezione Civile la spiegano così: «Negli ultimi due giorni i casi positivi riscontrati sono tornati intorno a quota 4.400 contro i 3.500 circa del 25. Ma se si analizza la tendenza si scoprono due cose. La prima: i positivi ai controlli sono una percentuale più bassa che in passato. La seconda: l'aumento percentuale del totale degli infettati ieri è sceso a quota +7,4% mentre una settimana fa, il 21 marzo, era al +14,6%».

Ma cosa succederà se davvero in Italia non si potranno più eseguire i tamponi perché mancano i reagenti? Ieri l'allarme è stato lanciato da molte regioni. Alessio D'Amato, assessore alla Salute del Lazio: «Stiamo facendo uno sforzo enorme, abbiamo scritto un documento per la sorveglianza degli operatori sanitari per i quali si prevede di effettuare il test su ogni operatore considerato a rischio. Ma adesso l'allarme riguarda le forniture di kit di estrazione RNA e DNA da parte delle società fornitrici, vi è un accaparramento a livello mondiale». Simile la denuncia di Luca Zaia, governatore del Veneto: «La situazione è sempre più in salita perché mancano reagenti, mancano i bastoncini e i kit: manca tutto e dobbiamo fare in casa tutto». Analoga denuncia di Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna. E Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, conferma: «Purtroppo è così, ora tutto il mondo sta facendo scorte di questi reagenti e rischiano di finire».
 


LA CORSA
Il maggiore produttore è una multinazionale americana, la Qiagen, ma ora che gli Stati Uniti sono divenuti la nazione al mondo con più contagiati (quasi 100mila) il materiale comincia a scarseggiare. L'altro giorno ha fatto molto discutere l'acquisto di 500mila tamponi da parte degli americani da un'azienda lombarda, la Copan. Ma dalla società spiegano: «I media fanno confusione tra tamponi e test. I tamponi non scarseggiano, ne abbiamo consegnati 1,3 milioni in Italia. Ma il tampone è solo il dispositivo di prelievo del campione. Nel laboratorio, con una serie di tecniche complesse, che richiedono macchinari sofisticati e reagenti specifici, si esegue il test vero e proprio. A quanto ci risulta, anche questo recentemente confermato dalle istituzioni, sono i test a scarseggiare: mancano i reagenti (kit diagnostici) e i macchinari, il personale ed il tempo per eseguire i test, quantomeno rispetto alla domanda immensa causata dalla pandemia». In Spagna hanno tentato di aggirare il problema acquistando 640mila test rapidi (differenti dunque da quelli usati in Italia) da un distributore locale che se li era procurati in Cina. Sono però risultati difettosi e inaffidabili. In Francia la morte per Covid-19 di una ragazzina di 16 anni ha fatto emergere il problema dell'affidabilità dei test, perché in due occasioni era risultata negativa.

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 28 Marzo 2020, 08:48
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