Coronavirus, come andremo al mare questa estate: ombrelloni a tre metri di distanza e pareti di plexiglass

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di Alessandra Spinelli
Tre metri di distanza tra un ombrellone e l'altro e poi barriere di plexiglass. Non solo: accessi scaglionati e igienizzazione tecnologica dei locali comuni. Ecco come potrebbero essere le nostre vacanze al mare quest'estate. Almeno a giudicare dai primi progetti a cui stanno lavorando le associazioni dei balneari. Già progettate da alcune aziende che si sono messe a disposizione delle categorie del turismo proponendo le stesse barriere che vengono installate nei supermercati a protezione delle casse. Non solo ombrelloni e sdraio isolati dal plexiglass. Per gli operatori turistici è facile prevedere una marea di prescrizioni per ciò che concerne l’igiene: dall’accesso scaglionato alla spiaggia, all’installazione di dispensare d’igienizzante nei bagni, al bar, negli ex spazi comuni, alle docce. Senza dimenticare la necessità delle mascherine per stare all’aria aperta, la possibilità di scaglionare gli accessi in base alla fascia d’eta e la prenotazione obbligatoria prima dell’accesso agli stabilimenti balneari.

D'altraparte il sottosegretario al Mibact, Lorenza Bonaccorsi, con delega al turismo, è stata chiara:  «Andremo al mare questa estate. Stiamo lavoriamo per far sì che possa essere così. Ci stiamo lavorando - ha spiegato a Rainews  - dal punto di vista degli atti amministrativi necessari per gli stabilimenti, immaginando una serie di normative prese con il comitato tecnico scientifico, che contemplano l'ipotesi di un distanziamento». 
Bonaccorsi ha quindi spiegato che sono allo studio misure per consentire lo sviluppo di un «turismo di prossimità» che favorisca i borghi rispetto alle aree più affollate. Il sottosegretario ha parlato anche di una «fase tre», sulla quale «cominciamo però da subito a lavorare», per il «riposizionamento strategico dal punto di vista del marketing e della comunicazione del nostro paese, che è sempre ai primi posti per il binomio gastronomia e cultura».

 
 


Naturalmente quelle dei balneari sono soltanto degli studi. A proporre i separè di plexiglass, secondo quanto racconta il sito "Il faro" , è una società del modenese, la “Nuova Neon 2” di Serramazzoni. Specializzata in coperture, stand e serramenti, l’azienda ha iniziato a distribuire tra i concessionari di stabilimenti balneari le soluzioni al problema. Si tratta di box trasparenti realizzati con pareti di plexiglas e profili in alluminio. I box sono quadrati, di 4,5 metri per lato con un “accesso” da un metro e mezzo di ampiezza. Al momento non si conosce il prezzo dell’istallazione ma, soprattutto sulla riviera romagnola, la proposta sembra avere successo.

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Il gruppo di esperti del Ministero della Salute è già al lavoro sulle linee guida per la ripartenza delle attività turistiche e balneari, ma gli operatori turistici delle spiagge italiane sono ancora in un limbo, senza alcuna indicazione. Mentre le loro associazioni di categoria , prevedendo un calo di fatturati di almeno il 60%, chiedono regole immediate e certezze per programmare l’eventuale stagione estiva all’insegna del contenimento dei danni, più che del virus. In Abruzzo, ad esempio, non si sa ancora se e quando i titolari delle concessioni potranno accedere alle spiagge per preparare l’arenile, rimuovere detriti e sporcizia, disinfettare la sabbia. Il governatore Marsilio ha scritto al Governo, ma nel decreto Cura Italia al momento non ci sono né previsioni né deroghe per gli operatori balneari.

 

 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Aprile 2020, 06:56
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