Fatima, quando il disinteresse e l’assenza delle Istituzioni diventano imperdonabili

Fatima, quando il disinteresse e l’assenza delle Istituzioni diventano imperdonabili

di Andrea Catizone

Fatima Skika, di soli tre anni, è morta facendo un volo dal quinto piano di una casa di Via Milano, a Torino dalle braccia di un uomo che si definisce come un padre. Un mazzo di fiori rossi avvolti nel cellophane deposti sulla pietra gelida dove quel corpicino senza vita è stato rinvenuto. Intorno linee di balconi di case di ringhiera che corrono su vari piani, fili di panni stesi ed una condizione di degrado umano e sociale che fa spavento. Terrificante se si considera che a pochi passi da lì c’è il Palazzo di Città, la sede del Comune della Città di Torino, la prima capitale d’Italia, una città silenziosa ed elegante.

È in questa breve distanza tra la casa dove la piccola Fatima viveva e il Comune di Torino, forse cento passi, che crolla la retorica, peraltro assai stucchevole, sul rapporto tra centro e periferia. Quando il disinteresse e l’assenza delle Istituzioni diventano imperdonabili emerge una miseria senza confini e i luoghi diventano tutti uguali, si assomigliano nella loro disumanità. Si certo, dovranno chiarirsi le dinamiche del fatto nelle aule di giustizia e si arriverà, forse, ad un accertamento della verità dei fatti, ma c’è una responsabilità che sfugge da quel giudizio ed è quella di chi avrebbe dovuto intervenire per salvare la vita della piccola Fatima e di tutte quelle bambine e bambini che vivono in condizioni di pericolo.

Laddove regna il degrado culturale e sociale la precarietà dell’esistenza umana si intensifica e a pagarne gli effetti sono i più fragili, i minorenni che meriterebbero maggiore interesse e un diritto alla vita che non può essere lasciato nelle mani di chi non è nelle condizioni di salvaguardarlo.

Serve una riforma urgente ed improcrastinabile dei Servizi Sociali che possa trasformarli in un servizio efficace e tempestivo, che possa contare su esperti competenti e preparati a trovare immediatamente la soluzione più adeguata alle esigenze di chi ha bisogno di essere aiutato. Non si può dimenticare che le città sono spazi complessi dove si mescolano nello stesso quartiere situazioni diverse e che richiedono diverse attenzioni.

Serve, ancora di più e prima di tutto, recuperare quello spirito di umanità e di altruismo che ci faceva sentire tutte e tutti parte di una comunità e considerare i figli dei nostri vicini anche figli nostri perché appartengono al mondo che consegnamo loro per renderlo sempre migliore. Fatima non c’è più, resta qualche immagine di lei sorridente, costretta già da piccola a farsi carico di sé stessa e ad affrontare situazioni più grandi di lei, chissà che futuro avrebbe avuto. E’ a quel futuro negato che le Istituzioni devono dare un senso e delle risposte, è già troppo, terribilmente tardi.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Gennaio 2022, 12:31
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