Capodanno, nuovo dpcm. Dopo Natale torna il divieto di far tardi la notte: off limits anche il veglione del 31

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di Alberto Gentili

Ancora nulla è deciso, il governo deve ancora valutare (anche assieme alle Regioni) le mosse per evitare che le Festività si trasformino in un moltiplicatore di contagi. Ma siccome è presumibilmente che a ridosso di Natale tutta Italia - visto l’andamento dell’epidemia - sarà di colore giallo, il governo sta valutando di introdurre il divieto anche in queste zone (attualmente vale solo per le Regioni rosse o arancioni) di lasciare il proprio Comune di residenza, a meno di comprovati motivi di lavoro, salute e necessità.

Questa regola servirebbe a impedire le cene, le tombolate, le feste e il Capodanno tra più nuclei familiari non conviventi e tra amici, durante il periodo che andrà probabilmente dal 19 dicembre al 10 gennaio. 

C’è anche l’ipotesi che questa misura restrittiva scatti il 23 dicembre, ma si teme che molte famiglie potrebbero usare il week-end del 19 e 20 dicembre per anticipare il Natale e festeggiare assieme, dribblando quindi la stretta anti-contagio.

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Dovrebbe inoltre essere confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino in questo periodo.

Anche se c’è chi non esclude un anticipo alle 21. La ragione di questa misura è sempre la stessa: impedire le riunioni familiari e tra amici. E, naturalmente, nessun veglione per San Silvestro.

Si va perciò verso un Natale blindato. Questo perché gli esperti hanno più volte detto che oltre il 75-80% dei contagi avviene in famiglia. Dunque l’imperativo del governo è quello di evitare il ricongiungimento tra più nuclei familiari non conviventi, per scongiurare il pericolo di una terza ondata dell’epidemia a gennaio. Di colpo insomma il Natale diventa un pericolo. E con ogni probabilità si finirà come ha anticipano in più occasioni il premier Giuseppe Conte e vari ministri che seguono il dossier come Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Regioni): «Non sarà un Natale da liberi tutti», ma «sobrio e improntato alla massima cautela». Riservato «ai familiari più stretti». Presumibilmente, come si diceva, ai soli conviventi.

Questa scelta, oltre a ridurre il rischio della terza ondata epidemica nel mese di gennaio, servirebbe anche a tutelare le persone più anziane che sono quelle più a rischio di contagio. I dati dimostrano che proprio la terza età è maggiormente colpita dal coronavirus, soprattutto negli indici di mortalità. 
 


Ultimo aggiornamento: Sabato 21 Novembre 2020, 16:53
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