AstraZeneca, sospese le iniezioni in Italia e in mezza Europa. L'Ema: faro su tutti i vaccini anti Covid

Draghi ferma il vaccino AstraZeneca. L’Ema: adesso un faro su tutti i sieri

di Diodato Pirone

La giornata di ieri ha gettato sale sulle ferite di un’Europa troppo disorganizzata e divisa per proteggere adeguatamente la salute dei suoi cittadini e per rilanciare la sua economia. Mentre le campagne vaccinali di Gran Bretagna e Stati Uniti marciano trionfalmente e hanno già messo al sicuro più del 30% dei rispettivi cittadini, l’Unione Europea ieri è piombata nel caos. 

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A raccontarlo il caso AstraZeneca, quello di una multinazionale inglese da tempo nel mirino europeo per via delle forniture vaccinali molto inferiori alle attese, sembra grottesco se non fosse per lo scontro di interessi che oppone le aziende farmaceutiche e i sistema-Paese di cui fanno parte. Ieri, infatti, prima la Germania e poi in ordine sparso la Francia, l’Italia e la Spagna hanno sospeso le vaccinazioni col farmaco dell’azienda anglo-svedese. Perché? Ufficialmente per precauzione. Ma precauzione su cosa? Qual è il fatto accertato che ha provocato questo pandemonio? Non c’è o, quantomeno, non c’è ancora.

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Fatto sta che Germania e Francia ad un certo punto del pomeriggio sono uscite allo scoperto optando per la sospensione. Poi il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha sentito i suoi colleghi europei e dopo un colloquio col presidente del Consiglio, anche l’Italia ha annunciato lo stop ad AstraZeneca.

IL RUOLO DI BERLINO

Una mossa impensabile fino a ieri mattina. Questa storia è infatti cominciata in sordina nei giorni scorsi in Austria, dove una giovane infermiera è morta poco dopo essersi vaccinata. Vienna - come si fa sempre in questi casi - ha sospeso la distribuzione del lotto di vaccini che era stato usato per la sfortunata infermiera. Ma questo lotto, composto da un milione di pezzi, era stato consegnato anche ad altri Paesi. E così il panico si è diffuso in mezza Europa. Una dopo l’altra Danimarca, Norvegia e Islanda e poi ancora Olanda e Irlanda hanno fermato le vaccinazioni con AstraZeneca fino a quando l’effetto-domino ha coinvolto anche i grandi Paesi dell’Ue a cominciare - sorprendentemente - dalla Germania. 

Cpsì il pomeriggio è stato scandito da annunci pesanti che qualcuno fa risalire a scontri economici o geopolitici. Fatto sta che le agenzie del farmaco, sia quella europea, l’Ema, sia quella italiana, l’Aifa, hanno condiviso le scelte dei governi ma ribadendo a chiare lettere che si tratta solo di una «sospensione, perché il vaccino AstraZeneca è valido e assicura vantaggi enormemente superiori ai rischi».

Un corto circuito, più che un messaggio. Che in Italia ha assunto sfumature beffarde perché ha annullato l’accelerazione impressa l’altro ieri dal generale Figliuolo, nuovo commissario alle vaccinazioni. Del resto a ieri 1.108.469 italiani risultavano protetti dal Covid con AstraZeneca e un altro milione di dosi risultavano conservate nei frigoriferi delle Regioni.
Dunque la domanda da porsi è: ora come usciamo dal vicolo cieco? La Francia, che ha sospeso per sole 24 ore le vaccinazioni, preme perché l’Ema dia subito un nuovo via libera al farmaco anglo-svedese. I responsabili dell’autorità europea si vedranno già stamattina per esaminare la situazione ma hanno fatto sapere che forse prenderanno una posizione giovedì. Informalmente dall’Ema - per evitare lo scatenarsi di diversi interessi fra i paesi che producono vaccini - si fa sapere che i controlli scatteranno anche per tutte le aziende che riforniscono o riforniranno (come la tedesca Curevac) di vaccini l’Europa.

Le mosse europee sono osservate con preoccupazione a Londra. Dove il primo ministro britannico, Boris Johnson, ieri ha ribadito che su 12 milioni di inglesi vaccinati con AstraZeneca si sono verificate pochissime reazioni gravi. La multinazionale inglese ha ribadito che all’8 marzo su 17 milioni di europei che avevano usato il suo farmaco (tra l’altro infialato in una modernissima fabbrica di Anagni) sono state segnalate solo 15 trombosi venose e 22 embolie polmonari. E in Italia si registrano in media 166 trombosi venose al giorno indipendentemente dai vaccini.


Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Marzo 2021, 11:43
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