Vaccino AstraZeneca, liste B e penalizzazioni: ecco il piano anti-diffidenti

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di Mauro Evangelisti

Per recuperare il tempo perduto con la sospensione di AstraZeneca il piano vaccinale punta su tre pilastri: un sistema di “panchina” o “overbooking” per sostituire in corsa chi prenota ma non si presenta; meccanismo di penalizzazione che condannerà ad aspettare gli ultimi giorni delle vaccinazioni, dunque la fine del 2021, coloro che rifiutano AstraZeneca; campagna informativa per aiutare i cittadini a capire che tutti i vaccini sono sicuri. Partiamo proprio da quest’ultima. «Sono pronto a vaccinarmi con AstraZeneca, mi auguro che nelle prossime ore tutte le istituzioni, a partire dal presidente del Consiglio e i ministri lo facciano per dare una dimostrazione pubblica di fiducia nella scienza». L’idea è del presidente della Liguria, Giovanni Toti. Al governo, dopo lo “stop and go” sul vaccino di Oxford, che rischia di abbattere le adesioni e rallentare la ripartenza delle iniezioni prevista per oggi, stanno pensando a una campagna di informazione e promozione, anche con il ricorso a dei testimonial.

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Non sarà semplice spiegare che «attraversare la strada è molto più rischioso che vaccinarsi con AstraZeneca», per citare la sintesi del professor Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive. C’è un’altra insidia, come avverte il professor Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità in Puglia: «Ora che cominciamo a vaccinare gli under 79 e che nei frigoriferi avremo AstraZeneca, Moderna e Pfizer, casualmente avverrà la scelta sul prodotto da usare per un singolo cittadino. Immaginiamo cosa potrà succedere: proteste e recriminazioni di chi, sbagliando, non vorrà AstraZeneca. Bisogna spiegare bene che questi vaccini sono tutti affidabili, anzi AstraZeneca offre una più precoce protezione con la prima dose rispetto agli altri».

RINCORSA

La decisione di molti Paesi europei, Italia compresa, di sospendere le vaccinazioni con AstraZeneca, ha causato la paralisi per quattro giorni e circa 200mila dosi sono rimaste nei frigoriferi. Recuperare non è impossibile: le Regioni, a partire da Lazio, Emilia-Romagna e Liguria assicurano che nel giro di una settimana ci si può rimettere in pari, magari tenendo aperti i centri vaccinali anche alla sera, come si vuole fare a Roma. La Regione Lazio sta inviando migliaia di sms per comunicare il nuovo appuntamento a coloro che sono stati coinvolti dal blocco.

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Nelle Marche si contatterà invece tutti via telefono e si conta di recuperare il tempo perduto entro il 31 marzo.

Ma lo spettro è rappresentato dal disorientamento degli italiani che già avevano cancellato migliaia di prenotazioni, anche prima della scelta di Germania, Italia, Francia e Spagna, a causa delle inchieste delle procure di Siracusa e Biella. La linea indicata dal governo e dal commissario è: vaccinate anche di sera e nei giorni festivi, anche perché, al di là dei tagli già annunciati da AstraZeneca e contestati dall’Unione europea, entro la fine di questo mese ci saranno 6,4 milioni di dosi (1,6 in frigo e 4,8 milioni in arrivo). Il Lazio, tra ieri e oggi, a mezzanotte, ha riaperto le prenotazioni per gli over 72, oggi, alla stessa ora, toccherà a coloro che hanno 70 e 71 anni. Ripete il ministro agli Affari regionali, Mariastella Gelmini: «Serve una campagna di comunicazione per riprendere le somministrazioni a pieno regime».

PANCHINA

Problema: se riapri i centri vaccinali, ma il 50-60 per cento dei prenotati non si presenta perché è spaventato dal polverone sollevato su AstraZeneca, la macchina si inceppa, si perde molto tempo e svanisce l’obiettivo di accelerare. Molte regioni stanno preparando un sistema di “panchina” o di “overbooking”: deve esserci sempre pronto qualcuno da vaccinare in sostituzione di chi non disdice la prenotazione ma non si presenta. Il messaggio è chiaro: tutti i vaccini sono sicuri, non si può scegliere tra AstraZeneca, Moderna e Pfizer (tra l’altro, l’ultimo report di Aifa sulla farmacovigilanza mostra che non vi sono differenze sul numero di eventi avversi, comunque assai molto meno frequenti del previsto). Chi non si presenta e non aveva disdetto per tempo la prenotazione, semplicemente non potrà vaccinarsi, dovrà attendere la fase finale della campagna. Ad esempio, nel Lazio ci si prenota con il codice fiscale che resta nella memoria del sistema: se cancelli la prenotazione e consenti a qualcun altro di prendere il tuo posto, potrai prenotarti in un secondo momento; se non lo fai, ma non ti presenti, al sistema risulterà che il tuo codice fiscale è già stato utilizzato, dunque dovrai attendere probabilmente la fine del 2021.

Ma perché si aspetteranno le 15 di oggi per ricominciare a vaccinare con AstraZeneca? Scrive l’Agenzia italiana del farmaco: «Appena il Comitato per i Medicinali per Uso umano (CHMP) rilascerà il proprio parere, Aifa procederà a revocare il divieto d’uso del vaccino AstraZeneca, consentendo così una completa ripresa della campagna vaccinale». Ad oggi non sembrano in arrivo prescrizioni, ma saranno inserite nelle avvertenze per il prodotto di AstraZeneca, nel “bugiardino” (dettagli sui rarissimi casi di trombosi segnalati), un po’ come avviene, per la verità, su qualsiasi medicinale per il quale, spesso, neppure leggiamo il foglietto dentro la confezione.
 


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Febbraio 2023, 11:53
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