Sidney, la polizia irrompe e spara nel bar:
tre morti, anche il sequestratore -Foto/Video

Sidney, blitz nel bar: 3 morti, anche il terrorista

di Valeria Arnaldi
ROMA - Una bandiera islamica nera, riconducibile alla fazione siriana jihadista di Al Nusra, affissa sulla finestra del locale, proprio sopra la scritta Merry Christmas. Poi, la richiesta: un vessillo dell’Isis.





Ore di terrore, ieri, in una cioccolateria di Martin Place, a Sydney, in Australia, dove un 50enne di origini iraniane, Man Haron Monis, già noto alle forze dell’ordine per aver scritto lettere di minaccia alle famiglie dei soldati australiani uccisi in Afghanistan, ha sequestrato almeno 40 persone tra dipendenti e clienti, chiedendo una bandiera dell’Isis, appunto, e di parlare con il premier Tony Abbott.











Dopo sedici ore di assedio, in cui i sequestrati venivano costretti a turno a stare davanti alle vetrine e uno di loro era usato come scudo umano dal terrorista, la polizia australiana ha fatto irruzione nel locale. Molti gli ostaggi che sono riusciti a fuggire, durante il blitz. Prima, a uscire erano riusciti solo in cinque. Il bilancio dei 60 secondi di sparatoria, però, registra tre morti: il sequestratore e un uomo e una donna, rispettivamente di 34 e 38 anni - uno degli ostaggi sarebbe stato ucciso dall’uomo prima dell’irruzione - nonché tre feriti. Tra quelli in condizioni critiche ci sarebbe anche un poliziotto. Dopo l’irruzione, sono stati molti gli ostaggi portati a braccia. Uno è stato rianimato davanti al locale e condotto via in barella.



Intanto, un robot anti-bomba, manovrato dagli artificieri, è stato utilizzato nel caffè per cercare eventuali ordigni.
Secondo gli ostaggi, infatti, l’uomo avrebbe piazzato due bombe all’interno e due all’esterno del locale. La comunità musulmana d’Australia ha duramente condannato l’atto. L’ombra del terrorismo islamico, però, ha fatto tremare la comunità internazionale, alzando il livello di allerta. Soprattutto in America, primo bersaglio dell’estremismo. Proprio ieri, infatti, alcuni jihadisti dell’Isis hanno commentato, in un video, la decapitazione di un soldato governativo siriano accusato di essere miscredente, mandando un messaggio al presidente americano: «Anche tu Barack Obama sarai condannato. Nel cuore di New York, ti verremo a sgozzare perché sei un infedele».

Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Dicembre 2014, 10:54