Covid, l'infettivologo Stefano Vella: «Il virus potrebbe tornare dai voli internazionali, non gli serve carta d'imbarco»
di Simone Pierini
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In Italia «è pericoloso affermare e farlo credere» che l'emergenza Covid-19 sia finita - aggiunge l'infettivologo - «da noi il virus sembra meno pericoloso soltanto perché circola poco, meno persone si infettano e quindi diminuiscono i malati che sviluppano sintomi gravi. Non è vero però che abbia perduto aggressività, togliamoci dalla testa per favore che sia diventato più clemente. Se abbassassimo la guardia, sarebbe difficile tornare a rialzarla il giorno in cui ci dicessero che la curva dell'epidemia ha ripreso quota».
«Il Sars-CoV-2 non è al tappeto», spiega ancora. «Per quanto riguarda la minore trasmissibilità dipende dagli individui infettati - prosegue Vella - Se una persona è asintomatica, trasmette certamente in misura inferiore perché minore è la carica virale. E attualmente gli asintomatici sono molti perché vengono diagnosticati col tampone». «Non c'è ragione di pensare che il virus si sia placato - precisa Vella - Il virus non è diverso da quello che sta attualmente infierendo sulle popolazioni di altri Paesi. È vero però che grazie a una serie di misure di contenimento in Italia ha finito con il circolare di meno. Vorrei far notare inoltre che questa circostanza non ne facilita un'evoluzione in senso favorevole all'uomo. I virus si attenuano nel corso degli anni, al termine di un lungo processo, moltiplicandosi e dunque producendo mutazioni che sono il risultato di errori di copiatura».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Luglio 2020, 10:48
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