Decreto Semplificazione, la sfida: appalti pubblici senza gare e documenti digitali su App. Ecco tutte le regole che cambiano

La sfida del decreto Semplificazione: appalti pubblici senza gare e documenti digitali su App. Ecco tutte le regole che cambiano

di Alessandra Severini
Regole meno stringenti per velocizzare i cantieri e spingere il settore dell’edilizia e con esso la ripresa. Oggi un vertice di governo discuterà la bozza del decreto Semplificazioni che prevede una serie di deroghe al Codice degli appalti. Tra le proposte c’è quella di derogare per un anno i limiti fissati per le assegnazioni degli appalti senza gara. In particolare, nella bozza si prevede che fino al 31 luglio 2021 si possa procedere senza gara ma con l’affidamento diretto per le opere fino a 150 mila euro e con la trattativa diretta con almeno 5 operatori per quelle di importo superiore. La gara vera e propria viene prevista solo per le opere sopra i 5 milioni, ma anche in tali casi potrebbe aversi una procedura a trattativa ristretta per le opere di rilevanza nazionale individuate dalla presidenza del Consiglio.



Sempre al fine di far ripartire i cantieri, i 48 articoli che compongono la bozza prevedono un taglio dei tempi per ottenere le Valutazioni di impatto ambientale e modificano le norme su responsabilità erariale e abuso d’ufficio dei funzionari pubblici. In pratica si fissano sanzioni più severe a loro carico in caso di omissioni e inerzie. Con queste norme si vuole contrastare il fenomeno per cui i dirigenti pubblici ritardano il via libera a qualsiasi opera per il timore di finire sotto inchiesta per abuso d’ufficio e di dover rispondere di danno erariale. Le nuove norme invece dicono che l’abuso d’ufficio e la responsabilità erariale ci sono solo in caso di comportamenti dolosi. 
Una norma che spacca la maggioranza è quella che prevede solo sanzioni ed esclude la demolizione nel caso di abusi edilizi leggeri. «Dietro l’alibi della semplificazione - ha tuonato la senatrice di Leu Loredana De Petris- non possono nascondersi passi indietro sulla tutela dell’ambiente, deregolamentazioni sul consumo di suolo o ennesime sanatorie». Il premier Conte però chiede di far presto e vuole che il testo giunga già questa settimana sul tavolo del Consiglio dei ministri. 
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Giugno 2020, 07:43
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