Scuola, per il ritorno in classe le Regioni bocciano Azzolina: «Servono fondi». Prof in piazza

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di Lorena Loiacono
Niente mascherina al banco e niente didattica a distanza se un solo compagno non può permettersela. Più docenti in cattedra per garantire le lezioni in presenza. Sono questi i punti su cui si discute, in una due giorni di fuoco, per la riapertura delle scuole a settembre. In classe ci si deve tonare ma non si sa ancora come. 

O meglio oggi si dovrebbe sapere, attraverso le linee guida che la ministra all’istruzione, Lucia Azzolina, presenterà in Conferenza Stato-Regioni. Il condizionale è d’obbligo, visto che le riunioni e i vertici tra ministero, task force, sindacati e Regioni ormai non si contano più. Come non si contano le proteste dei comitati di docenti e genitori che anche ieri, al motto di “Priorità alla scuola”, hanno manifestato in oltre 60 piazza italiane.

Le linee guida devono fare riferimento al documento del Comitato tecnico-scientifico del 28 maggio scorso, ma ci sono aspetti che, evidentemente, non collimano con la vita in classe. La ministra Azzolina ha chiesto un miliardo di euro in Consiglio dei ministri per l’edilizia scolastica e il potenziamento degli organici, le Regioni chiedono monitoraggi sulle criticità delle scuole, con tavoli tecnici, ma soprattutto si sta discutendo su tre aspetti cruciali, che potrebbero risolversi oggi: la mascherina obbligatoria tutto il giorno, le assunzioni e la didattica a distanza. Le Regioni infatti, sottolineando che il documento del Cts risale comunque a un mese fa, potrebbero ottenere di farlo aggiornare entro settembre e così la mascherina, una volta giunti al banco già distanziato a dovere, si potrebbe togliere. Il problema dei docenti invece riguarda la possibilità di dover dividere le classi in gruppi per garantire le distanze: sarebbero spaventosamente insufficienti ma i concorsi partiranno in autunno. 

Aumenteranno quindi le supplenze lunghe, servono fondi per i docenti e per i bidelli. C’è poi la didattica online, altra strada percorribile per il distanziamento alle superiori: le Regioni chiedono che, nel caso in cui anche solo uno studente non possa collegarsi da remoto, tutta la classe debba tornare in aula.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Giugno 2020, 17:06
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