Roma, quintali di cocaina nell'acquascooter: sgominata banda di spacciatori alleata con narcos cileni e peruviani

Roma, quintali di cocaina nell'acquascooter: sgominata banda di spacciatori alleata con narcos cileni e peruviani

di Emilio Orlando
Avevano studiato ingegnosi sistemi per trasportare grossi carichi di droga, dal Sud America fino in Italia. Avevano creato e tracciato nuove rotte, passando per l'Argentina e non facendo risultare che il prezioso carico arrivava invece dal Cile o dal Perù, dove i narcos italiani hanno siglato accordi con i cartelli di narcotrafficanti locali. Con mezzi di trasporto comuni ma con la complicità di società di spedizioni create appositamente per importare quintali di cocaina senza dare più di tanto nell'occhio alle dogane ed ai varchi aereoportuali, hanno introdotto nelle piazze di spaccio romane quintali di cocaina, del valore di diversi milioni di euro. I pacchi erano nascosti dentro le motoscooter che i criminali utilizzavano come schermo per eludere i controlli.

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Droga che all'ingrosso viene acquistata intorno a mille euro al chilo, viene rivenduta ai capipiazza a quarantamila euro. La parola fine al business milionario di un'organizzazione di narcotrafficanti internazionali italiani, è stata scritta dai detective antidroga del Gico della polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza che ha ammanettato, grazie al coordinamento internazionale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno, svolti in stretta collaborazione con i Carabineros de Chile, sette pericolosi personaggi legati al crimine organizzato straniero ed italiano.





In manette sono finiti Marco D'Arienzo, Roberto Pianosi, Giuseppe Di Vicino, Mauro Morra, Fabio Niciarelli, Samir Dlimi Nanaa, Pappacena Michele, Nicholas Tassone detenuto in un carcere cileno per narcotraffico con Paola e Angelo Domenico Vorro, Luca Quagliolo e Massimiliano Beltrami. I baschi verdi, insieme ai Carabineros de Chile dopo le indagini avviate nel marzo 2018 a seguito dell’arresto di 5 connazionali al confine tra i due Paesi sudamericani, trovati in possesso di 120 chili di cocaina, con una percentuale di purezza di oltre l’80% occultati nelle paratie di 2 acquascooter, appositamente scavate nella vetroresina, hanno avviato una rogatoria internazionale.

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Grazie alla complicità di Fabio Niciarelli, dipendente  della  società  di spedizioni che curava il trasporto, le moto d’acquavenivano  inviatericorrendo  alla pratica doganale  di “temporanea  esportazione”, generalmente adottata  in  occasione  di  invii  di materiali per competizioni sportive internazionali e, pertanto, considerata a basso di rischio di controllo. Tra l’altro, per evitare difformità sul peso, all’atto della spedizione all’estero i mezzi venivano riempiti di farina, sostituita con la droga prima del rientro in Italia.
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Maggio 2020, 23:25
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