Scontro riaperture, l'Inail vara le linee guida per spiagge e ristoranti. Gli esercenti: «Inapplicabili»

Scontro riaperture, l'Inail vara le linee guida per spiagge e ristoranti. Gli esercenti: «Inapplicabili»

di Alessandra Severini
Riaprire sì ma in sicurezza. L'Istituto superiore di sanità e l'Inail hanno pubblicato le linee guida per la riapertura di stabilimenti balneari e ristoranti. Una sfilza di cautele e precauzioni che richiederanno molta buona volontà e anche investimenti.

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Negli stabilimenti balneari sarà obbligatorio mantenere una distanza minima di 5 metri tra le file degli ombrelloni e, tra gli ombrelloni della stessa fila, di 4,5 metri. Comunque sia lettini e sdraio dovranno essere ad almeno 2 metri dall'ombrellone più vicino. Andrà garantita la sanificazione delle attrezzature e percorsi e corridoi di transito differenziati. Si chiede di favorire la prenotazione, anche per poter ricostruire i contatti di eventuali contagiati, e di usare il pagamento senza contanti. Sono vietate attività ludico-sportive che possono dar luogo ad assembramenti e le piscine devono restare chiuse.

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E le spiagge libere? Il documento prevede che siano gli enti locali ad occuparsene. Ci saranno cartelli in diverse lingue contenenti indicazioni chiare sui comportamenti da tenere, in particolare il distanziamento sociale di almeno un metro e il divieto di assembramento. Andrà tracciato il perimetro di ogni allestimento, ad esempio con posizionamento di nastri e comunque verrà individuato il massimo di capienza della spiaggia anche definendo turnazioni orarie e permettendo di prenotare gli spazi attraverso l'utilizzo di app/piattaforme on line. Il distanziamento e il divieto di assembramenti dovrà essere rispettato anche in acqua.



Per il settore della ristorazione l'indicazione fornita dai documenti Inail-Iss è di una rimodulazione dei tavoli e dei posti a sedere, garantendo il distanziamento fra i tavoli di almeno due metri e uno spazio che di norma dovrebbe essere non inferiore a 4 metri quadrati per ciascun cliente, fatto salvo la possibilità di adozioni di barriere divisorie. Niente buffet o menù tradizionali (meglio lavagne o menù stampati su fogli monouso), prodotti igienizzanti per clienti e personale in più punti in sala e obbligo di mascherina per i clienti per attività diverse dal pasto al tavolo (per esempio quando si paga alla cassa o quando si utilizzano i servizi igienici). Le associazioni di categoria però contestano i protocolli e li definiscono insostenibili. Per il direttore generale Fipe, le norme sono impossibili da applicare soprattutto il limite di 4 metri quadrati per cliente che farebbe perdere il 60% dei coperti. Contestazioni analoghe da Assobalneari che giudica le indicazioni illogiche: «In bus basta un metro di distanza».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Maggio 2020, 09:02
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