Nel saggio, diventato best seller in tutto il mondo, indispensabile leggere o rileggere in questi giorni di clausura, il giornalista e scrittore americano ipotizza, appunto, la fine della specie umana e le trasformazioni del pianeta, libero dall’homo sapiens. Con la natura che si riprendere spazio, senza più le limitazioni dettate dall’uomo. Implacabilmente Weisman inizia il rendiconto. Dopo solo 48 ore le metropolitane, a partire da quella di New York, sarebbero inondate; dopo un anno l’asfalto si spaccherebbe; dopo quattro anni i palazzi si sbriciolerebbero per l’escursione termica gelo-caldo senza più riscaldamento e manutenzione.
Le tracce più longeve dell’uomo? I rifiuti radioattivi, la plastica e il bronzo, destinati a restare millenni.
E solo dopo 500 anni le foreste si riprenderebbero la Terra. Ma dopo 10 milioni di anni dell’uomo, nessuna traccia.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Aprile 2020, 08:35
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