Coronavirus, Rezza (Iss): «Forse dieci infetti per ogni positivo. Morti sottostimate nelle Rsa? Inutile negarlo»

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di Simone Pierini
«Per ogni caso probabilmente ci sono altre 10 persone infette». Una sottostima di contagiati in Italia e nel mondo ipotizzata dal direttore delle malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità Giovanni Rezza nel corso del consueto bollettino della Protezione civile al fianco del capo dipartimento Angelo Borrelli. Un dato che Rezza non giudica negativo al contrario della sottostima della mortalità che definisce «una cattiva notizia» con riferimento particolare alla morte di persone anziane all'interno delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa). 
 
 

«C'è una sottostima intrinseca, non solo in Italia ma in tutti i Paesi, del numero dei casi e degli asintomatici, tanto è vero che diciamo che per ogni caso probabilmente che viene riportato dal sistema di sorveglianza ci sono magari 10 persone infette». Ha dichiarato il direttore delle malattie infettive dell'Iss. «La sottostima della mortalità è una cattiva notizia, quella degli infetti è buona perché vuol dire che ci sono molte più persone infette che hanno superato la malattia - ha aggiunto -. Non è il problema maggiore la sottostima dei casi, importante è individuare i focolai e arginare il contagio».

«Una grande attenzione è necessaria alle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa)», in cui i decessi di anziani provocati dal coronavirus «sono sottostimati, è inutile negarlo». Ha ammesso Rezza rispondendo ai giornalisti dopo i recenti scandali sulle residenze. «Interventi di urgenza, training degli operatori e disponibilità dei dispositivi di protezione individuale (dpi) sono molto importanti per arginare il fenomeno» dei contagi nelle Rsa, ha aggiunto l'infettivologo. Sul tema è intervenuto anche Borrelli: «Anche le Rsa hanno sofferto per la mancanza di Dpi, ma nei giorni scorsi la situazione è migliorata».



MASSIMA CAUTELA SU RIAPERTURE

Qualsiasi raccomandazioni arriverà dal Comitato tecnico scientifico e quale che sia la decisione del governo, l'auspicio è che questa «sia improntata alla massima cautela». Ha ribadito Rezza parlando della Fase 2. Ci «sono in corso valutazioni», ha aggiunto Borrelli precisando che spetterà «all'autorità politica e al Cdm prendere le decisioni»

"ALBERGHI SANITARI" PER POSITIVI? UNA BUONA IDEA

Proporre ai positivi al coronavirus in isolamento in casa di fare la quarantena in "alberghi sanitari" «può essere una buona idea - ha commentato ancora Rezza - in effetti l'isolamento domiciliare può essere difficile. Se c'è la possibilità di ospitarli in altre strutture, potrebbe minimizzare la trasmissione intrafamiliare». Un'idea estendibile a livello nazionale? «Se fattibile in teoria sì - ha risposto - non è un modello applicato in genere in occidente, è stato molto applicato in estremo oriente, in Cina in particolare. Laddove ci sia la possibilità perché no? Certo in Cina erano costretti, qui sarebbe su base volontaria».

CARENZA REAGENTI PER TAMPONI

«La carenza di reagenti (per i tamponi, ndr) è vera, è l'effetto di una competizione mondiale su questi prodotti. Ma sono convinto che quando si passerà a una eventuale fase 2 sarà necessario rafforzare la medicina di territorio e raggiungere diagnosi in tempi rapidi. Il Veneto è riuscito a fare tamponi abbastanza rapidamente, in Lombardia con tutti quei casi era difficile farli a tutti i sospetti». Così Rezza parlando dei reagenti necessari per i test. Anche il capo della Protezione civile ha confermato la penuria. «Le Regioni si stanno attrezzando per produrli», afferma. 

TAMPONI, RICADUTE E TEST SIEROLOGICI 

«C'è incertezza ed è bene ammetterlo, le conoscenze sono cresciute moltissimo sul coronavirus, ma ci sono ancora carenze informative. Una è sul periodo durante il quale una persona resta contagiosa. Nella maggior parte dei casi 14 giorni dalla comparsa dei sintomi e con doppio tampone negativo può essere rimessa in società, distanziata socialmente dagli altri. Possono esserci casi eccezionali, una persona che resta positiva per più tempo oltre le due settimane. I casi di ritorno dell'infezione sono eccezionali. Non sappiamo se chi resta a lungo positivo è ancora contagioso e quanto è contagioso». Così Giovanni Rezza dell'Iss in conferenza stampa.

«Finora le caratteristiche dei test sierologici non sono del tutto soddisfacenti, l'affidabilità è ben lungi dal 100%. Per questo si stanno valutando vari test, come quello che cita lei al San Matteo di Pavia». Ha aggiunto Giovanni Rezza risponde a un giornalista in conferenza stampa. «Patentino di immunità? Se anche avessi un test anticorpale positivo non mi avvicinerei ad un'altra persona - ha spiegato -, potrebbe essere un falso positivo, insomma mi dà un'indicazione di massima. I risultati dei test sierologici vanno presi con cautela».

IL COMMENTO AL BOLLETTINO

«Finalmente sembra che si inizi a intravedere una diminuzione di nuovi casi. Dopo una fase di plateu sembra esserci una discesa con la curva che inizia a scendere verso il basso», ha affermato Giovanni Rezza. «Ma aspettiamo domani o dopodomani prima di tirare un sospiro di sollievo, bisogna assolutamente mantenere le misure di contenimento»

«Speriamo di assistere ad una flessione, ma bisogna sempre tenere a mente che il virus resterà nella popolazione, non è che arriviamo a zero tra una settimana o un mese e allora tana libera tutti». Ha aggiunto in conferenza stampa sottolineando che bisognerà ingaggiare con il virus una «dura lotta». «Dobbiamo mantenere rigorosamente tutte le misure di distanziamento sociale perché ogni rilassamento può significare una ripresa della circolazione». «Su quanto l'immunità dal coronavirus sia protettiva e duratura c'è ancora da studiare - ha spiegato Rezza - probabilmente per analogia con altre malattie infettive lo è, ma ancora non vi sono certezze».

 
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Aprile 2020, 20:25
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