Anche se le misure anti-virus saranno limitate nel tempo e ristrette ad alcuni settori, avranno un effetto forte e diffuso sull’intero sistema. Già in questo momento, la chiusura totale o parziale delle ultime settimane imitazione delle attività coinvolge il 34% della produzione e il 27,1% del valore aggiunto. Sono 2,2 milioni le aziende ferme (il 49% del totale, il 65% nel caso delle imprese esportatrici), con un’occupazione di 7,4 milioni di addetti (44,3%) di cui 4,9 milioni di dipendenti (il 42,1%). Una fotografia devastante dell’economia italiana, che oltretutto prende in esame solo il primo mese di blocco. Il lockdown delle attività produttive - spiega l’Istituto di statistica - ha amplificato le preoccupazioni e i disagi derivanti dall’emergenza sanitaria, generando un crollo della fiducia di consumatori e imprese».
Difficile predire l’evoluzione della crisi, secondo l’Istat. Che invece delinea due scenari in base a quando comincerà la Fase 2: la limitazione delle attività produttive fino alla fine di aprile determinerebbe, su base annua, una riduzione dei consumi finali pari al 4,1%. Se invece le misure restrittive fossero estese anche ai mesi di maggio e giugno, la riduzione dei consumi sarebbe pari a un catastrofico 9,9%, «con una contrazione complessiva del valore aggiunto pari al 4,5%».
Le abitudini di consumo degli italiani del resto sono già cambiate.
Già a febbraio, all’inizio della pandemia, c’è stato un boom degli acquisti di alimentari nei supermercati e del commercio online. L’aumento più significativo a livello tendenziale delle vendite è stato registrato dalla grande distribuzione, in crescita dell’8,4%, e il segmento degli alimentari è salito del +9,9% rispetto a un anno prima.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Aprile 2020, 08:55
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