Buoni spesa, come richiederli e chi ne ha diritto. La procedura scatta oggi

Buoni spesa, come richiederli e chi ne ha diritto. La procedura scatta oggi
Le ultime decisioni del Governo in emergenza coronavirus vedranno l'assegnazione di buoni spesa per le famiglie in difficoltà: 400 milioni che saranno distribuiti ai comuni e si aggiungeranno ai 4,3 miliardi del fondo di solidarietà, grazie ad un'ordinanza della Protezione Civile. Ma come si potranno richiedere i buoni spesa, e chi ne avrà diritto?

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Il 75% dei fondi aggiuntivi rispetto al fondo di solidarietà, ovvero circa 300 milioni, verrà ripartito in proporzione alla popolazione residente, mentre il restante 25% verrà distribuito in base al reddito pro capite. Per quanto riguarda la distribuzione saranno i comuni stessi a deciderla: potranno erogare buoni spesa per i generi alimentari, pubblicando online la lista dei negozi in cui poter spenderli, o potranno comprare direttamente generi di prima necessità e affidarne la distribuzione alle reti di volontariato che già lavorano per le singole amministrazioni.

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Per quanto riguarda chi ne ha diritto, la precedenza sarà data alle famiglie che non percepiscono già un sostegno pubblico (come il Reddito di cittadinanza), cioè a quei lavoratori messi in ginocchio principalmente dall'emergenza legata alla pandemia. La platea sarà invididuata «tra i nuclei familiari più esposti ai rischi derivanti dall’emergenza epidemiologica (...) con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico».

Ogni comune attiverà un numero di emergenza per consentire a chi ne ha bisogno di richiedere i buoni spesa. I 400 milioni, ha detto il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro al Fatto Quotidiano, «ci aiuteranno ad andare avanti per due o tre settimane». «Ogni città si organizzerà come crede, secondo i bisogni del proprio territorio: alcuni comuni consegnano il cibo già cucinato a domicilio, altri portano le buste con i generi alimentari, altri distribuiscono buoni spesa», ha detto Decaro.

I SOLDI AI VARI COMUNI: 15 MILIONI A ROMA Quindici milioni a Roma, 7,6 a Napoli, 7,2 a Milano, 5,1 milioni a Palermo, 4,6 a Torino, 3 milioni a Genova. Fino ai micro-stanziamenti da 600 euro a testa per una quarantina di piccolissimi Comuni. Così vengono ripartiti i 400 milioni di euro con i quali i sindaci potranno fronteggiare l'emergenza Coronavirus distribuendo buoni spesa o generi alimentari e di prima necessità a chi ne abbia bisogno. Alla capitale, che è città più popolosa d'Italia, va la quota più grande.

Ma l'ordinanza firmata dal capo della protezione civile Angelo Borrelli riequilibra i fondi anche in base al reddito medio dei residenti e non dimentica i centri con poche decine di abitanti, stabilendo che in mancanza di risorse i 600 euro a loro destinati - la cifra minima stanziata - vengano sottratti alle grandi città. Su base regionale è la Lombardia a ricevere la quota maggiore di risorse, 55 milioni; alla Campania vanno 50 milioni; alla Sicilia 43,4 mln; al Lazio 36 mln; alla Puglia 33 mln; al Veneto 27,4 mln; all'Emilia Romagna 24,2 mln; al Piemonte 24 mln; alla Toscana 21 mln; alla Calabria 17 mln; alla Sardegna 12 mln; alle Marche 9,3 mln; alla Liguria 8,7 mln.

Per il bilanciamento tra reddito pro capite e numero di abitanti, la Campania e la Sicilia ricevono risorse superiori al Lazio, pur avendo un numero inferiore di abitanti (5,9 milioni il Lazio, 5,8 milioni la Campania, 5 milioni la Sicilia). Tra i capoluoghi, Bari potrà distribuire 1,9 milioni, Firenze 2 milioni, Reggio Calabria 1,3 milioni, Venezia 1,3 mln, Catanzaro 622mila euro, Caserta 445mila euro, Foggia 1,1 mln, Lecce 566mila euro, Piacenza 548mila euro, Nuoro 230mila euro, Cagliari 814mila euro, Pesaro 503mila euro, Potenza 398mila, Matera 394mila, Isernia 148mila, Campobasso 303mila.

A Bergamo, città duramente colpita dall'epidemia, andranno 642mila euro. Il Comune di Vò, primo focolaio dell'epidemia, potrà aiutare chi è in difficoltà con 42mila euro, Codogno con 169mila euro, Alzano Lombardo, città che aveva chiesto di essere inclusa nella zona rossa, avrà 72mila euro. A Fondi e Nerola, le cittadine più colpite nel Lazio, 357mila e 13mila euro ciascuna. A Dinami, in provincia di Vibo Valentia, che in base alla dichiarazione dei redditi del 2017 è il paese più povero d'Italia, vanno 20.400 euro.

Al Comune più piccolo d'Italia con i suoi 33 abitanti, Morterone, in provincia di Lecco, 600 euro. A Zerba (Piacenza), paesino che in base ai dati Istat è popolato da persone anziane, vanno 600 euro. A Castel Volturno, in Campania, 276mila euro. Scorrendo tra le mete turistiche più ricercate, emerge che Cortina potrà distribuire buoni spesa e generi alimentari per 30,600 euro, Capri per 37,800 euro, Taormina per 73mila euro; Arzachena, sotto il cui comune ricade Porto Cervo, per 100mila euro; Portofino per 2000 euro.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Marzo 2020, 12:05
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