SOS povertà: boom di denunce al 112 per lo "scippo del carrello"

SOS povertà: boom di denunce al 112 per lo "scippo del carrello"

di Mario Fabbroni
«Gli SOS sono aumentati almeno del 30 per cento». Ogni giorno le richieste di aiuto ai comuni, soprattutto da parte dei nuovi indigenti, sono in ascesa e spesso fanno accapponare la pelle. Come la storia raccontata dal sindaco di Ercolano, vicino Napoli: «Una donna ha raccontato di aver venduto il proprio anello nuziale per avere credito e fare la spesa». Lui, il primo cittadino Ciro Buonajuto, ha deciso di devolvere parte dell'indennità mensile ai pover del coronavirus.

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Storie da libro Cuore, ma il rischio di innescare rivolte sociali è altissimo. Un'informativa del Ministero dell'Interno ha già messo in guardia le Questure delle principali città del Sud. A Napoli, in poche ore, sono arrivate 700 richieste di aiuto al numero del Comune istituito per raccogliere il grido di dolore: e non è neppure iniziata a compilazione della lista per il buono spesa annunciato dal Governo. Coloro che prima sbarcavano il lunario tra reddito di cittadinanza e lavoretti saltuari o in nero, non riescono più a pagare bollette e fitto di casa. Secondo le stime Istat sul sommerso, il nero riguarda almeno il 20% della forza lavoro.
Si sta diffondendo un nuovo virus: la fame. Al Sud si accendono i primi roghi di proteste. La Sicilia è la regione da cui divampano i focolai, in alcuni casi c'è anche lo zampino della mafia ma le scene viste in un supermercato di Catania e documentate da video sui social fanno capire che l'emergenza vera è quella di chi oramai non riesce più a sfamare i propri cari. A Palermo nei quartieri popolari in molti chiedono cibo.
I carrelli della spesa vengono sorvegliati da carabinieri e poliziotti come fossero lingotti d'oro. Al 112 arrivano numerose segnalazioni di scippi: ma non sono i Rolex nel mirino dei malviventi, bensì quei cittadini che riempiono le buste della spesa specie nel fine settimana. 

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Marzo 2020, 08:57
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