Coronavirus, Pregliasco: «Avigan per ora una seconda scelta. Vaccino? Servono 6-12 mesi»

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Coronavirus. Farmaci sperimentali, medicine che arrivano dall'estero e nuove sperimentazioni: per capirne i veri effetti occorre saper aspettare. La medicina non può gettarsi a capofitto su un farmaco se prima non è stato appositamente certificato. A spiegarlo è il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, reduce da un acceso scontro in tv con Vittorio Sgarbi sulla possibilità di utilizzare l'Avigan, un farmaco che arriva dal Giappone.

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Che strategie si stanno seguendo contro il Covid-19?
«In questo momento ci sono diversi farmaci sotto osservazione: alcuni sono già registrati per altre patologie e altri, invece, sono in via di sviluppo».
A che punto è la medicina italiana?
«Ognuno di questi farmaci, prima di essere considerato valido a tutti gli effetti contro il Covid-19, deve valutato per la sua efficacia e per la sicurezza. La medicina deve muoversi in questo modo, sempre, visto che ci sono diverse possibilità».

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In che senso?
«Si possono usare farmaci fuori etichetta, farmaci conosciuti per altri usi come quelli contro Hiv o contro l'artrite reumatoide e farmaci cosiddetti “per uso compassionevole”: vale a dire quelli che non sono registrati da nessuna parte».
Prima di validare un farmaco, cosa occorre fare?
«Semplicemente bisogna capire se si tratta di un elemento da standardizzare, se funziona o se è invece legato a una piccola casistica».
Una volta certi del risultato?
«A quel punto ci saranno tempi veloci per gli aspetti burocratici: voglio sottolineare che l'attesa non è dovuta alla burocrazia, quella verrà accelerata, sono dovuti alla sicurezza e alla verifica della reale utilità del farmaco».

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Quanto ci vorrà?
«Credo alcuni mesi».
L'Avigan di cui tanto si parla?
«L'Avigan è un farmaco registrato solo in Giappone contro le forme influenzali: potrebbe funzionare contro il Covid-19 e per questo, in Italia, si sta cominciando a valutarlo. È una seconda scelta rispetto ai farmaci anti-influenzali specifici».
Per il vaccino, invece?
«La medicina, per mettere a punto un vaccino sicuro, ha bisogno di sei mesi o anche un anno. Per gli stessi motivi del farmaco. Posso dire che oggi, dalla nostra parte, abbiamo nuove metodiche di biologia molecolare e ci aiutano a velocizzare tutto».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Marzo 2020, 12:26
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