Il climatologo: «Il virus non tiene conto dei cambiamenti di clima e temperatura»
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«Il Coronavirus non terrebbe conto delle variazioni climatiche. Questo è il risultato di uno studio in costante evoluzione». Lo ha dichiarato Massimiliano Fazzini, Climatologo dell'Università di Camerino e Coordinatore del Gruppo di esperti sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea). «Tra le differenti numerosissime variabili indipendenti che possono spiegare l'evoluzione della variabilità spazio-temporale del SARS-CoV-2 non possono non essere analizzate quelle meteoclimatologiche ed ambientali. In particolare, da più parti si sono fatte svariate allusioni sull'incidenza della variabile temperatura - ha proseguito Fazzini - evidenziando che il virus possa perdere di virulenza all'aumentare o al sensibile diminuire di tale parametro; alcuni divulgatori hanno curiosamente evidenziato che il virus morirebbe oltre i 27 gradi di temperatura. Ovviamente è quello che speriamo tutti».
Ma dai primi parziali risultati di uno studio finalizzato alla conferma di tali evidenze o supposizioni il quadro climatologico non ha influito in alcun modo, dice l'esperto, sull'evoluzione del contagio.