Atalanta-Valencia, la partita zero: «San Siro possibile luogo di esplosione del contagio»

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Atalanta-Valencia, la possibile partita zero per spiegare il caso Bergamo” e il boom di contagi. In quella sera di febbraio oltre 50 mila bergamaschi affollarono lo stadio San Siro di Milano per la sfida di Champions League. Francesco Le Foche, medico immunologo, responsabile del day hospital di immuno-infettivologia del policlinico Umberto I di Roma, ipotizza che la partita sia stata uno dei motivi dell'esplosione.

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Da Valencia stessa (dopo quel match molti giocatori spagnoli sono risultati positivi al tampone del coronavirus) arrivano espliciti riferimenti alla partita di San Siro del 19 febbraio, l’Atalanta-Valencia andata di Champions. «Uno di questi episodi, tra i più eclatanti, potrebbe essere stato proprio quello. L’apice in termini di euforia collettiva di una stagione calcistica unica nella storia del club». Il contagio positivo della festa e dell’entusiasmo potrebbe aver favorito il contagio negativo del virus e dunque della depressione e del lutto? «Ci sta - spiega Le Foche -. È passato un mese da quella partita. I tempi sono pertinenti. L’aggregazione di migliaia di persone, due centimetri l’una dall’altra, ancor più associate nelle comprensibili manifestazioni di euforia, urla, abbracci, possono aver favorito la replicazione virale».

Anche oggi il professor Brusaferro in conferenza stampa a Roma non ha negato che un pool di esperti stia analizzando proprio quello successe quella notte di febbraio allo stadio San Siro per spiegare il caso Bergamo, dove oggi si piangono centinaia di morti.

Ultimo aggiornamento: Domenica 22 Marzo 2020, 17:49
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