Il mistero delle 200 anfore romane scoperte in una grotta, gli archeologi: «Qualcosa non torna»

Il mistero delle 200 anfore romane scoperte in una grotta, gli archeologi: «Qualcosa non torna»

di Enrico Chillè
Un vero e proprio tesoro dal passato, rinvenuto nelle profondità di una grotta sommersa: il ritrovamento di 200 anfore di epoca romana, in un'area non marina, ha lasciato sbigottiti gli archeologi che da più di un ventennio concentrano le loro ricerche in una zona che in passato costituiva uno snodo cruciale nel Mediterraneo.

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Sull'isola di Maiorca, nei pressi di Alcudia, già nel 1998 erano state rinvenute e recuperate ben 198 anfore, di diverse epoche: l'antica Roma repubblicana (VI-III secolo avanti Cristo), la dominazione araba (dal X al XIII secolo su tutta l'isola) e altre più recenti (XVIII e XIX secolo). Negli ultimi mesi, tuttavia, gli archeologi subacquei hanno concentrato il loro lavoro investigando una grotta sommersa di acqua dolce, a poca distanza dal luogo del primo ritrovamento: si tratta della Fuente de Ses Aiguades, è piena di acqua dolce e si trova a poche decine di metri dal mare.

Ciò che è stato scoperto ha lasciato di sasso gli stessi archeologi: a 14 metri di profondità è stato rinvenuto un ricco e compatto giacimento, di 16 metri per 14, che comprende almeno 200 anfore. Lo stile non lascia spazio a dubbi e gli archeologi sono sicuri che siano di epoca romana, quindi potrebbe trattarsi di un importante indizio per sapere di più dei primi abitanti di Maiorca, ma c'è qualcosa che non torna. Già in un passato molto remoto, le Baleari erano snodi cruciali per le comunicazioni tra l'Italia e la Penisola Iberica, le varie grotte sommerse nei pressi dei porti costituitavano indispensabili fonti di approvvigionamento d'acqua. Attraverso un sistema di carrucole, le anfore venivano calate in profondità, riempite e riportate in superficie, ma a volte l'operazione non riusciva alla perfezione e le anfore venivano perse. Un'usanza, quella di estrarre acqua dolce dalle grotte, che è durata molti secoli, come testimoniano le diverse epoche delle anfore scoperte e recuperate nel 1998.

Questa volta, però, come riporta anche El Pais, la scoperta è decisamente anomala: le 200 anfore recentemente scoperte si trovano in una zona più circoscritta e la maggiore 'densità' ha lasciato perplessi gli archeologi. «È impossibile che 200 anfore siano cadute per errore e finite nello stesso luogo» - spiega Manel Fumàs, direttore del progetto archeologico IASCM - «Per questo stiamo considerando un'ipotesi alternativa: la possibilità che questo luogo fosse una sorta di santuario in cui le anfore venivano gettate come offerta agli dei».

Al progetto stanno lavorando i ricercatori del Sonars (ente nazionale di archeologia subacquea) e la Società archeologica delle Baleari (SAB), ma l'estrazione e il recupero dell'intero rinvenimento sono difficili se non impossibili. Per vederci chiaro, quindi, si analizzerranno le anfore direttamente tramite le osservazioni in acqua, grazie a tecnologie miste di geolocalizzazione, radiolocalizzazione e fotogrammetria 3D. Dopo aver annunciato la scoperta, gli archeologi continuano le loro indagini e nel prossimo mese di ottobre arriveranno anche dei colleghi statunitensi per collaborare allo studio.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Febbraio 2020, 15:34
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