Giovanni Custodero, morto il portiere di calcio a 5. La Lega Dilettanti: «Che la sua forza sia da esempio»

Giovanni Custodero, morto il portiere di calcio a 5. La Lega Dilettanti: «Che la sua forza sia da esempio»
«È una domenica di dolore per tutta la famiglia della Lega Dilettanti. Dopo una lunga battaglia, Giovanni non ce l'ha fatta: il suo cuore ha smesso di battere, ma il ricordo resterà vivo in tutti noi. E che la sua forza nel lottare fino all'ultimo giorno sia da esempio». Così su Twitter il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia, esprime il suo cordoglio per la morte di Giovanni Custodero, il giovane portiere del Fasano di calcio a 5, dal 2017 malato di sarcoma osseo e che nei giorni scorsi ha annunciato di aver scelto la sedazione per lenire il dolore.

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Giovanni Custodero, il calciatore malato di sarcoma osseo, è morto nella mattina di domenica. Il giovane "guerriero" di fasano aveva 27 anni e qualche giorno fa aveva scelto la sedazione profonda, stremato dalla fatica di combattere la sofferenza provocata dalla rara forma di tumore che lo aveva colpito. Da calciatore aveva giocato nella squadra di calcio a 5 del Fasano, nel campionato di C2. 

Chi era Giovanni Custodero: la lettera della famiglia. Nei giorni scorsi la famiglia di Giovanni Custodero è intervenuta attraverso la pagina Facebook della fidanzata di Giovanni, Luana, per spiegare con amore chi era quel ragazzo che aveva preso una decisione così importante. 

«Giovanni è un ragazzo come tanti, che nel 2015 all’età di 23 anni inizia ad avvertire un gonfiore alla caviglia sinistra, mentre giocava in qualità di portiere nella squadra di calcio a 5 del Cocoon di Fasano.
Dopo diversi mesi, gli viene consigliato di recarsi a Firenze e a marzo 2016 viene a conoscenza della dura realtà: è stato colpito da una rara forma di sarcoma osseo in stadio avanzato. Chiunque sarebbe crollato, ma lui no. Lui decide di amputare l’arto fin sotto il ginocchio, se questo significa poter continuare a vivere, e di lì inizia a godersi ogni momento con la sua famiglia, la fidanzata e gli amici.


Con l’aiuto del suo amico Luigi realizza delle magliette con l’immagine dell’elmo, convinto che ognuno di noi abbia all’interno di sé la forza e la capacità di affrontare qualunque ostacolo si incontri nella vita.
Questo messaggio viene condiviso sui social da tutti, diventa l’esempio di grandi e piccoli ed un punto di riferimento per chi sta combattendo la sua stessa battaglia.

Nel corso di questi anni le sfide sono tante: in seguito all’amputazione e si trova ad affrontare altri 5 interventi, seguiti da cicli di radioterapia e chemioterapia, ma lui non smette mai di sorridere. Vive col sorriso perché pensa che la sua vita sarebbe finita con la prima diagnosi, ma da quel giorno ogni alba è per lui un regalo dal valore inestimabile.

“Chi non sorriderebbe di fronte ad un dono del genere? Cosa c’è di più bello di trascorrere un giorno in più con le persone che ami, di passare del tempo con quegli amici di una vita, di ascoltare e cantare a squarciagola quella canzone che ti piace, di sentire il rumore della pioggia in una giornata di tempesta o delle onde contro gli scogli in una serata in riva al mare? Che senso ha stare a pensare alle cose brutte che la vita ci mette davanti quando basta solo aprire gli occhi e guardare oltre le nostre paure per accorgerci di quante cose belle ci circondano?
Molte delle cose che alla maggior parte delle persone appaiono ovvie, sono in realtà determinanti. Ad esempio, non mi ero mai accorto di quanto fosse bello il sole finché non sono stato in una stanza di ospedale per 20 giorni, di quanto indispensabile fosse l’amicizia finché non mi è servito un sincero abbraccio, di quanto importante fosse la famiglia fino a quando non è diventata il mio unico punto fermo...di quanto fondamentale fosse Amare, finché Amare non è diventata la mia unica ragione di vita.”

Questo è Giovanni, il guerriero sorridente che nei momenti “no” ha bisogno di affetto e di sapere di non essere mai solo, di essere presente sempre nei cuori di tutti, motivo per cui decide di rendere la sua bacheca di Facebook una sorta di diario, sul quale confidare le sue emozioni più profonde.
Per questo nel post di dicembre sottolinea che da un mese è bloccato nel letto all’estremo delle forze: “non augurerei questa sofferenza neanche al mio peggior nemico, ma qualcuno doveva pur beccarsela” ironizza.
Fino a quando a gennaio, dopo aver trascorso le feste insieme alle persone più importanti della sua vita, comunica a tutti la sua decisione di farsi sedare per alleviare i suoi dolori.
La SEDAZIONE continua e profonda è un trattamento sanitario al quale si ricorre per consentire a un paziente terminale di non provare dolore dopo che le altre terapie sono risultate inefficaci».
Ultimo aggiornamento: Domenica 12 Gennaio 2020, 12:03

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