Palau vieta le creme solari: «Danneggiano mare e coralli». È il primo Stato al mondo

Creme solari al bando, Palau le vieta: «Danneggiano mare e coralli». È il primo Stato al mondo

di Francesco Malfetano
Buoni propositi per il 2020: addio alle creme solari. Palau, un piccolo arcipelago-stato in Micronesia, è stato il primo Paese al mondo a vietare per legge l'uso di questi prodotti a partire dal 1 gennaio. A causa di alcuni elementi chimici presenti al loro interno le creme sono infatti ritenute dannose per i coralli e per la vita marina. Un rischio che un'area come quella dell'Oceano Pacifico in cui si trovano le circa 200 isolette di origine vulcanica che compongono la nazione, decisamente non può correre.

DIVING
Proprio in quelle acque si trovano alcune delle barriere coralline più belle, incontaminate e ricche della Terra. Una biodiversità che però, a causa dei composti chimici ora banditi e del boom turistico che Palau sta affrontando negli ultimi anni grazie al crescente numero di viaggiatori in arrivo soprattutto dalla vicina Asia, è fortemente minacciata. Gli appassionati di diving di tutto il mondo, per quanto spesso risultino tra i turisti più rispettosi in assoluto della natura, si stanno riversando in massa nei punti di osservazione della Micronesia. Ogni ora almeno quattro imbarcazioni turistiche stracolme di viaggiatori raggiungono l'ormai celebre punto di immersione di Palau, facendo temere che gli oltre 700 tipi di coralli presenti possano raggiungere il punto di non ritorno.
«Dobbiamo vivere nel rispetto dell'ambiente - ha dichiarato Tommy Remengesau, presidente della nazione che ha ottenuto l'indipendenza dagli Stati Uniti nel 1994 - perché questo è la culla della nostra stessa esistenza: non sopravviveremmo altrimenti». Così Palau ha vietato la vendita e l'uso di prodotti che contengono 10 agenti chimici ritenuti altamente tossici per l'ecosistema delle acque attorno agli atolli. Chi violerà il divieto potrà essere condannato con multe fino a 1000 dollari.
Nel mirino delle autorità isolane ci sono diversi elementi chimici come octocrylene, triclosan e parabeni ma in particolare l'oxybenzone. Vale a dire un filtro presente in migliaia di creme solari vendute nel mondo, che da un lato scherma la pelle umana assorbendo la luce ultravioletta e dall'altro rende il corallo più suscettibile allo sbiancamento. Una dinamica già evidenziata nel 2015 in uno studio pubblicato sulla rivista Archives of Environmental Contamination and Toxicology in cui si dimostrava come l'oxybenzone alteri il dna dei coralli agendo da interferente endocrino. «Siamo il primo Paese a vietare l'uso dei solari - ha ribadito il presidente - e faremo tutto il possibile perché questo si sappia. Nella speranza che qualche altro governo ci segua», come peraltro già fatto dalle isole Hawaii e l'olandese-caraibica Bonaire che hanno già votato il veto, destinato però a entrare in vigore nel 2021.

ALL'AVANGUARDIA
In realtà da tempo le isole di Palau, poco più di 450 km quadri di estensione terrestre per meno di 20mila abitanti in un punto grossomodo a metà strada tra Australia e Giappone, vantano un ruolo d'avanguardia in termini di legislazione ambientale.
Ad esempio nel 2015, con l'obiettivo di creare il «più grande santuario marino del mondo», il governo ha dichiarato l'80% del territorio zona marina protetta (a breve lo diventerà totalmente) rendendo illegale la pesca per consentire alle barriere coralline di rigenerarsi. Non solo, Palau è anche stato tra i primi ad aderire agli accordi di Parigi sul clima. Intese e leggi che l'arcipelago è costretto a perseguire per fronteggiare l'emergenza climatica. È noto come riscaldamento globale stia causando l'innalzamento dei livelli delle acque di tutto il mondo, ma, attorno a Palau, il fenomeno è molto più drammatico: l'Oceano sale a una velocità tre volte superiore rispetto alla media globale.


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Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Gennaio 2020, 11:00
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