Paolo Ruffini: «Il mio compleanno lo festeggio in maniera integrata»

Paolo Ruffini in scena al Brancaccio di Roma con Up&Down

di Ida Di Grazia
Paolo Ruffini torna in scena con il tour invernale 2019 di UP&Down, lo spettacolo teatrale integrato – che il 25 dicembre 2019 verrà trasmesso in prima serata su Italia 1 - composto in prevalenza da attori disabili. Si tratta di un progetto crossmediale che si realizza su tre espressioni artistiche: una teatrale, una cinematografica e una editoriale.
 
 
 
Questa sera siete al Brancaccio e per lei è una data particolarmente importante, vero?
«È il mio compleanno (41 anni ndr.), ho tanti amici e invece di “sbattermi” a fare gli inviti li porto tutti a teatro, è più comodo!»

Roma è una tappa a cui tiene particolarmente, come mai?
«Abbiamo sempre avuto una risposta molto bella da parte del pubblico e rispetto alle altre tappe qui mi chiedono sempre ‘ fino a quando stai?’ E io invece non sto».

Perché?
«Perché non credo nell’on demand, sono diventato un conservatore analogico, credo negli eventi, a volte essere scomodi è un bene. Noi facciamo uno spettacolo che non è facilmente replicabile e quindi l’idea è quella di creare un happening sempre diverso».

Il Progetto ha ormai quattro anni, ma com’è partito?
«È nato da un’amicizia che io ho con Lamberto Giannini, che a Livorno da vent’anni mette in scena uno spettacolo inclusivo che porta sul palco circa 90 persone tra disabili e ‘normaloidi’. Qualche anno fa mi sono detto, voglio farne parte anch’io ed eccoci qui»

Cosa le ha insegnato?
«Siamo in un periodo storico curioso più portato al social che al sociale ed anomalo. Penso che Aristotele se tornasse invita continuerebbe a dire che l’uomo è un animale sociale e non social. L’essere umano rappresentato con umanità spiazza. Ho capito che esistono degli ultimi che non hanno voglia di essere primi, spero di non risultare blasfemo quando dico così, anch’io rincorro medaglie però ci sono persone che non si interessano di quanti follower hanno ma di avere una buona merenda mi ha illuminato».

Dallo spettacolo è nato anche un film, che risposta c’è stata?
«Il film purtroppo ha avuto una scarsa diffusione, c’è stato più un interessa nei Festival, ma abbiamo sempre avuto una bella accoglienza. Abbiamo portato la disabilità che prima era solo rappresentata in teatro in circuiti off, noi l’abbiamo riportata nel pop»

Che spettacole è?
«Tengo molto alla parità perché è uno spettacolo Normale. Non con bambini e non di beneficienza. È uno spettacolo comico, che parla di vita e di felicità fatto da attori adulti che cromosomicamente hanno una peculiarità diversa dalla nostra, e che gli consente di avere una confidenza con la felicità in più, ma forse perché filtrano di meno».

Cos’è che le piace?
«Quando sono con loro vado più piano, per me è terapeutico, in realtà lo faccio per puro egoismo (ride ndr). Non c’è un ambiente di lavoro che mi piaccia come questo. Non hanno dietrismi, passami il termine, non c’è mai un secondo fine con loro, o per lo meno è palesato. È tutto evidente. Non voglio incensare o mitizzare una situazione che provoca un dolore e un disagio reale. Poi ti trovi a lavorare con persone con cui la vita è stata feroce e loro ti dicono che la vita è ferocemente meravigliosa»

Il desiderio che esprimerai spegnendo la candelina?
«Di evolvere e continuare a fidarmi del prossimo»

Up & Down ROMA Teatro Brancaccio via Merulana 244, 00185 ROMA il 26 novembre 2019, Biglietti DA 21€
Orario: 20.45
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Novembre 2019, 08:42
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