Loretta Rossi Stuart e la battaglia per la salvezza del figlio: «Questo il calvario del mio Giacomo»

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di Michela Poi
Una madre. Un figlio malato. Una guerra da combattere insieme per avere giustizia.  Loretta Rossi Stuart  porta avanti con coraggio e determinazione la sua battaglia per il figlio Giacomo Seydou Sy, 25 anni, affetto da disturbo bipolare ed ex tossicodipendente, costretto a stare dietro le sbarre per mancanza di posti nelle Rems (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza). Una situazione che si protrae da sette mesi e che potrebbe avere conseguenze drammatiche sulla salute di Giacomo.

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LORETTA ROSSI STUART, LA STORIA DI GIACOMO

Giacomo ha poco più di 20 anni, un talento innato per la musica e una passione sfegatata per la boxe. Scrive canzoni rap con facilità. E' la sua valvola di sfogo. Il suo modo di comunicare. Passa i pomeriggi a buttare giù le rime. Poi corre in palestra per l'allenamento. Perchè oltre ad essere un cantante è anche un bravo pugile. Un giro di amicizie sbagliate, però, lo fa finire fuori strada. Inizia a fare uso di cocaina. La droga gli provoca continui sbalzi di umore e, forse, favorisce anche l'emergere della patologia: il bipolarismo. Loretta si trova da sola con il figlio sempre più incontenibile (il papà del ragazzo se n'è andato quando lui era piccolo n.d.r.). «Ho fatto il possibile come madre - spiega commossa - ma non sono riuscita a fare anche il padre».
 


LORETTA ROSSI STUART, L'ARRESTO

Giacomo viene arrestato nel luglio del 2018 per un furto di 60 euro. A maggio finisce di scontare la sua pena ma resta in carcere per un'altra, precedente, condanna. In uno dei suoi momenti "up" ha aggredito un pubblico ufficiale. Dovrebbe scontare la pena all'interno di una struttura sanitaria adatta, una Rems, ma sono tutte piene così rimane dietro alle sbarre. Da sette mesi è rinchiuso nel carcere di Rebibbia ingiustamente: secondo la relazione psichiatrica è assolutamente ''inadatto al regime carcerario''. «Mio figlio non è un criminale, ma un ragazzo bipolare che appena tocca la droga va fuori di testa », ci tiene a precisare Loretta.

Per parlare di Giacomo e di tutti i ragazzi come lui, si è tenuto un convegno alla Fondazione Don Di Liegro a Roma, alla presenza di Gabriella Stramaccioni, Garante Detenuti del Comune di Roma Capitale, Giusy Gabriele, presidente di Psichiatria Democratica e dell'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato. Nell'ambito dell'incontro è stato presentato anche il docu film di Loretta "Io combatto", che racconta i sette anni di lotta per la salvezza del figlio. 

Al centro della discussione la necessità di potenziare le Rems, la caotica situazione delle liste d'attesa per entrarci e la vera attuazione della riforma che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg).  «Sono rimasto molto turbato che il figlio di Loretta Rossi Stuart si trovi in grave difficoltà a causa della mancanza di un posto che lo possa accogliere in una Rems - ha detto in un videomessaggio l'ex senatore Ignazio Marino, a capo della commissione d'inchiesta del Senato sugli ospedali psichiatrici giudiziari che portò alla loro chiusura - Quello che sta avvenendo a un ragazzo che si trova in carcere invece che in luogo idoneo alle cure, oggi, grazie alla nostra giurisprudenza e alla legge che abbiamo introdotto, è illegale. Non si può chiudere in carcere una persona che è stata riconosciuta come incapace di intendere e di volere, quella persona deve essere curata con la dignità che spetta a ogni essere umano''.

 «Giacomo è sequestrato all’interno di un carcere, sta in un posto dove non dovrebbe stare - ha detto il Garante Stramaccioni - Il magistrato da un anno ha prescritto l’inserimento in una Rems ma da gennaio a oggi i posti non si sono liberati e Giacomo a 25 anni si ritrova rinchiuso a Rebibbia. La permanenza in carcere è dannosa per lui. Il nostro è un grido per i tanti 'Giacomo' che troviamo nelle carceri. Parliamo di numeri contenuti una media di 40-50 persone nel Lazio che aspettano di essere curate in luoghi idonei». Stramaccioni si è chiesta come sia possibile che dopo la ''benedetta chiusura degli Opg non ci siano dei percorsi alternativi che non è detto siano automaticamente le Rems".

«Entro gennaio aprirà una nuova Rems maschile a Rieti, con 15 posti disponibili. Sono terminati i lavori nella struttura ed è iniziato il collaudo. Una struttura che si va ad aggiungere agli 88 posti già esistenti nel Lazio, a Pontecorvo, Palombara Sabina, Subiaco e Ceccano», ha annunciato l'assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato. '«La Rems devono essere l’ultima istanza ma, davanti ad un fabbisogno che da quel 2015 è aumentato, abbiamo bisogno anche di strutture intermedie, più flessibili anche per reati minori. Su questo tema c’è stata un’apertura a ragionare da parte della magistratura, va capito bene il profilo del paziente che può andare in queste strutture e soprattutto quali sono i profili di sicurezza che la magistratura ci richiede. La legge nazionale codifica la Rems ma non le strutture intermedie. Penso che riusciremo a partire nei primi mesi del 2020'».

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Aprile 2020, 16:50
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