Esplosione Alessandria, il proprietario della cascina Giovanni Vincenti confessa. Indagata anche la moglie: «Truffa all'assicurazione, erano pieni di debiti»

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Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina di Quargnento (Alessandria) è stato fermato nella notte e - dopo un serrato interrogatorio -  ha confessato le sue responsabilità nell'esplosione dell'edificio in cui sono morti tre vigili del fuoco nella notte tra il 4 e il 5 novembre. Indagata a piede libero anche la moglie. Per entrambi i reati contestati sono disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie

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 Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina di Quargnento confessa. Aveva detto: «Ricevuto diversi atti dolosi, non siamo mai stati benvisti nel paese»


ESPLOSIONE, LA TRUFFA ALL'ASSICURAZIONE Dietro la tragedia di Quargnento c'è una tentata frode all'assicurazione, come ha reso noto il procuratore di Alessandria Enrico Cieri nel corso di una conferenza stampa. Vincenti ha confessato, negando però l'intenzione di volere uccidere. 

I DEBITI Giovanni Vincenti e la moglie erano «fortemente indebitati». Lo afferma in conferenza stampa il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri, illustrando i particolari dell'operazione che ha portato al fermo di Vincenti e a indagare la moglie a piede libero per la morte di tre vigili del fuoco nella esplosione della cascina di Quargnento. «Lo scorso agosto - rivela il magistrato - l'assicurazione dell'edificio era stata estesa al fatto doloso. Il premio massimale era di un milione e mezzo di euro».

ERRORE NEL TIMER «Il timer era stato settato all'1.30 ma accidentalmente c'era anche un settaggio alla mezzanotte. Questo ha portato alla prima modesta esplosione che, ahimè, ha allertato i vigili del fuoco». Il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri, ricostruisce così l'esplosione della cascina di Quargnento. L'esplosione doveva essere una sola ma l'errore nella programmazione del timer, collegato alle bombole del gas, ha provocato la tragedia. Una segnalazione da parte dei proprietari avrebbe potuto evitare la tragedia. «La notte della tragedia Vincenti è stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato - spiega il magistrato -. Vincenti non ha detto che all'interno della casa c'erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas. Era intorno all'1, ci sarebbe stata mezz'ora di tempo per evitare la tragedia». Giovanni Vincenti è crollato, confessando le proprie responsabilità, di fronte al ritrovamento del manuale di istruzione del timer utilizzato per innescare le bombole di gas.

 
 

IERI I FUNERALI DEI TRE VIGILI DEL FUOCO La svolta nelle indagini a poche ore dai funerali solenni di Antonino, Marco e Matteo nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria, alla presenza tra gli altri del premier Giuseppe Conte, del presidente della Camera Roberto Fico e del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. «Dovete beccarli, dovete fare di tutto per beccarli», è stato l'appello che i parenti delle tre vittime hanno rivolto nell'occasione al presidente del Consiglio. «Bisogna capire perché e chi ha fatto questo», è l'invito pressante del comandante provinciale dei vigili del fuoco, Roberto Marchioni, nell'esprimere la "rabbia" dei pompieri di fronte a questa tragedia. Le indagini hanno portato in pochi giorni ad un primo risultato grazie alle attività "serrate e articolate" dei carabinieri, agli ordini del colonnello Michele Angelo Lorusso. Numerosi gli accertamenti tecnici e gli interrogatori, tra cui nelle ultime ore quello di Giovanni Vincenti, proprietario dell'immobile andato distrutto.

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 9 Novembre 2019, 18:38
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