Napoli, l'ammutinamento deciso prima del match con il Salisburgo

Napoli l'ammutinamento deciso prima del match con il Salisburgo

di Pino Taormina
NAPOLI Insorgono un attimo dopo aver capito che sarebbero tornati da dove era partiti, quattro ore prima, ovvero a Castel Volturno. In ritiro prolungato. Nonostante il pari che per la squadra ha il sapore del pass agli ottavi di finale di Champions. Se lo sono promesso nel pomeriggio Mertens, Callejon, Allan, Insigne, Koulibaly e company. E così hanno fatto: quando il ds Giuntoli ha spiegato che il bus li aspettava nel parcheggio del San Paolo, Mertens è stato il primo ad alzare la voce e a protestare. Ma sapeva benissimo di non essere da solo. E infatti tutti gli altri si sono uniti senza perdere un secondo. Allan interviene, e il brasiliano alza i toni con il direttore sportivo. «Noi ce ne andiamo a casa, dillo pure al presidente». Un pandemonio. Che ascoltano tutti, perché non è possibile non udire quello che sta succedendo. Aurelio De Laurentiis evita di scendere, si limita a un saluto frettoloso a Lozano e poi se ne va dallo stadio. Anche lui blindato dal silenzio. Quello che succede lo sa subito dopo, quando per primo si stupisce per l'assenza di Ancelotti alle conferenze della Uefa (ci sono multe in arrivo di quasi 50 mila euro). Il tecnico spiega: «Cosa vado a dire dopo tutto quello che sta succedendo?». Gli animi sono surriscaldati, un gruppetto resta chiuso nello spogliatoio e continua a discutere. Nessuna marcia indietro. Quando escono, ognuno per conto proprio, misurano le parole con il lanternino. «Non è giusto, diamo il massimo, per noi questo è un provvedimento punitivo che non accettiamo», il monologo dello spogliatoio azzurro.
L'ANTEFATTO
La squadra è certa di avere Ancelotti dalla propria parte. De Laurentiis è invece sicuro che il ritiro sia «per finalità costruttive» e non «punitive» (lo scrive il Napoli anche in un secondo comunicato diffuso nel pomeriggio di ieri) e che stia quasi facendo un favore al suo allenatore. È certo che sia la cosa giusta da fare. I calciatori sono infastiditi dal fatto di aver appreso la notizia dai giornali. De Laurentiis fa sapere che se deve fare marcia indietro, deve essere Ancelotti a chiederlo e non i calciatori (a cui negli ultimi giorni ha pure accordato i premi per la Champions). Ma il tecnico non fa nulla. Ovvero, non ha problemi a schierarsi e a mettere la faccia ma traccia una linea netta tra sé, i suoi compiti e tutto il resto del mondo.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Novembre 2019, 11:32

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