Aisha Cerami presenta "Gli altri": «Il mio romanzo racconta la paura della diversità»

Aisha Cerami presenta "Gli altri": «Il mio romanzo racconta la paura della diversità»

di Michela Poi
Si dice che per differenziarsi dai propri genitori, un figlio abbia bisogno di trovare una strada solo sua. Per 49 anni Aisha Cerami - figlia di Vincenzo, scrittore, poeta e sceneggiatore di enorme successo - l’ha cercata (e trovata, anche). È stata attrice di teatro, cinema e televisione. Poi, cantante. Ma alla fine, come a chiudere un cerchio, è tornata alle origini: la scrittura.



Il suo primo romanzo si intitola “Gli altri” (Rizzoli) e racconta la storia de “Il Roseto”, una palazzina dove in apparenza tutto sembra procedere alla perfezione. Una sorta di “Pleasantville” moderna, dove gli abitanti sono convinti di essere tutti buoni amici. L’equilibrio del condominio, però, è precario e si sgretola quando, alla morte dell’anziana Dora, arrivano i nuovi vicini: “gli altri”. Una famiglia di stranieri che ha abitudini, codici e comportamenti differenti. Non partecipa alle feste, non socializza ma, soprattutto, non rispetta le tacite “regole” de Il Roseto.

«I condomini si sentono rifiutati - spiega l’autrice - Sono convinti di essere speciali e amorevoli, ma la nuova famiglia non li vede così, ed è allora che entrano in crisi». Invece di cogliere l’occasione per guardarsi dentro, i protagonisti del romanzo fuggono da ogni intimità. E iniziano a puntare il dito contro gli “estranei”. «Una metafora della società attuale - continua Cerami- dove gli estranei sono visti come pericolosi. La paura del diverso è una tendenza innata all’uomo, quasi primitiva. Ma oggi dovremmo esserci evoluti. Il problema è che la politica cavalca questi istinti atavici e parla per slogan. E la gente finisce per crederci. Dovremmo ricordarci più spesso - chiude - che tutti siamo “gli altri” di qualcuno».

Aisha Cerami, Gli altri, Rizzoli, 288 p, 18 euro
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Ottobre 2019, 08:36
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