Milano, bambino precipitato dalle scale a scuola. La madre: «Perché mio figlio è stato lasciato solo?»

Bambino precipitato dalle scale a scuola. Il dolore della madre: «Perché mio figlio è stato lasciato solo?»
È ricoverato in condizioni disperate il bambino di sei anni precipitato venerdì nella tromba delle scale della scuola primaria Pirelli di Milano. Un volo di oltre dieci metri mentre tornava in classe dopo essere andato in bagno. Diperata la madre del piccolo: «Mio figlio è stato lasciato da solo nel corridoio della scuola al piano alto. Noi genitori li affidiamo alla scuola. Con quale fiducia lo rimandiamo, adesso?», si chiede la donna. «Spero solo che possa tornare presto a casa», aggiunge.

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«Siamo vicini alla famiglia del piccolo della Scuola Primaria Pirelli, soffriamo con loro e siamo certi che i medici stiano facendo tutto il possibile». Così in una nota l'assessore all'Educazione del Comune di Milano, Laura Galimberti, ha espresso la sua vicinanza e quella dell'amministrazione alla famiglia del bambino precipitato per cause ancora da chiarire. «Siamo in attesa anche noi di capire come sia potuta accadere una tragedia come questa», ha concluso.

È l'omessa vigilanza sul bimbo, da parte delle maestre o dei collaboratori scolastici, l'ipotesi principale su cui sta lavorando la Procura nell'indagine sul piccolo precipitato nella tromba delle scale, dal secondo piano fino al piano interrato, alla scuola 'Pirelli'. Nelle prossime ore potrebbero esserci le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Dai primi rilievi, invece, non sono emerse irregolarità sulla ringhiera delle scale le cui sbarre (i tiranti) erano separate da una distanza di soli 12 centimetri. 

Il pm Francesco Ciardi, infatti, sta visionando in queste ore il regolamento dell'istituto scolastico e le varie normative, anche interne, sulle responsabilità nella vigilanza degli alunni e nelle prossime ore potrebbero esserci le prime iscrizioni nel registro degli indagati, anche come forma di garanzia per svolgere tutti gli accertamenti utili.
Il fascicolo è per lesioni colpose. Dai primi rilievi della polizia scientifica, invece, non sono emerse irregolarità sulla ringhiera delle scale le cui sbarre (i tiranti) erano separate da una distanza di soli 12 centimetri e difficilmente attraversabili, dunque, anche dal corpo di un bambino. È certo che il bimbo sia uscito dall'aula per andare in bagno e, mentre stava tornando in classe, è precipitato per cause e con una dinamica ancora da chiarire. Gli inquirenti vogliono capire se le maestre e i collaboratori avevano il compito di vigilare sul piccolo quando è andato in bagno.

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 19 Ottobre 2019, 12:41
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