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Un provvedimento di 15 pagine nel quale i giudici ripercorrono tutta la complicata e tragica vicenda, fatta anche di denunce e controdenunce tra i genitori. «Il complessivo esame di tutti gli elementi raccolti - sintetizzano i giudici - conferma dunque in questo Collegio il convincimento che la storia della piccola fin dalla sua gestazione, e dei suoi genitori, sia stata alquanto complessa e che ogni singolo dato fattuale non debba essere letto nella sua singolarità ed indipendenza quale 'verità assolutà».
E debba, invece, «essere più correttamente inserito all'interno di una disfunzionale e gravemente "patologica" relazione di coppia che ha visto, lo scorso 23 settembre, la madre verosimilmente soccombere sotto il peso "delle emozioni dolorose" e porre in essere» un suicidio «imprevisto e imprevedibile».
Una «separazione» della bimba dalla madre, scrivono ancora i giudici, «a titolo cautelare e di protezione» non era stata «richiesta dall'Ente affidatario, né dal consulente tecnico d'ufficio, né tanto meno era sollecitata con urgenza dal consulente tecnico di parte paterno». Non erano stati, poi, accertati disturbi psichici della madre e il 10 luglio scorso la «struttura di semi-autonomia», dove stava la donna con la figlia, ribadiva le sue «buone capacità genitoriali». Ora, il padre, secondo i giudici, avrà bisogno dell'affiancamento dei servizi sociali anche per «aiutare» la piccola a superare la tragedia che ha vissuto.
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Ottobre 2019, 09:51
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