Ad Astra, un Pitt stop sbagliato per Brad
di Boris Sollazzo
Ad Astra così diventa il palcoscenico dell'ex Mister Jolie per dimostrarci quanto è bravo, un film di fantascienza in cui annichilisce il suo orfano con un Edipo spaziale, senza cadaveri da piangere, se non il proprio, da morto vivente (almeno emotivamente) in assenza di gravità. La rincorsa di un padre ingombrante per tutta la galassia è un one man show freddo e piatto in cui un melodramma a spasso per l'universo si trasforma in un dramma da camera in cui James Gray, splendido affrescatore di piccole comunità profondamente identitarie e spezzate dentro, si trova a far da spettatore più che regista. Lo dice perfettamente l'aneddoto che vuole un Pitt arrabbiato per l'errore di Gray, che lascia in montaggio la scena della lacrima che gli riga il volto - uno dei pochi bellissimi momenti del film - perché non rispondente al rigore scientifico che la vorrebbe far volare altrove, a causa della gravità. Tipica di chi è ossessionato dal giudizio altrui, dal pubblico e dalla critica nerd, più che dal cinema stesso. E così Ad Astra diventa un Gravity in tono minore, in cui Pitt ci fa rimpiangere Sandra Bullock. E di questo non lo perdoneremo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Settembre 2019, 09:32
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